Nel festival dei giovani, Lo Stato Sociale – con una media d’eta’ dei suoi 5 componenti intorno ai 35 anni e gia’ dieci anni di carriera alle spalle – passera’ per essere dalla parte dei “grandi”.
I ragazzi sono felicissimi di tornare all’Ariston. “E’ una gran soddisfazione. Una figata totale – dice Alberto “Bebo” Guidetti, fondatore del gruppo bolognese insieme a Lodo Guenzi e Alberto Cazzola -. Una cosa del genere sarebbe stata impensabile solo tre-quattro anni fa. Tutto e’ cambiato molto velocemente e finalmente il festival racconta davvero la musica che c’e’ in Italia in questo momento. A livello artistico e’ una rappresentazione poliedrica del Paese reale”.
Lo Stato Sociale torna a Sanremo dopo il debutto del 2018 per cui furono scelti da Claudio Baglioni.
La loro “Una vita in vacanza” con l’ormai celeberrima vecchia che balla, diete la scossa al teatro. Si classificarono al secondo posto dietro Fabrizio Moro ed Ermal Meta.
“Mentre eravamo nel backstage e attendevamo il risultato – raccontano -, eravamo li’ che dicevamo: ‘speriamo di non vincere, speriamo di non vincere, speriamo di non vincere’. E per fortuna fu cosi’, Lo Stato Sociale vince quando non vince. Il giorno in cui vinceremo, il gruppo si sciogliera’. Quindi no”.
Ora sanno cosa li aspetta al festival: “Impossibile, quando sai cosa ti aspetta a Sanremo. Adesso siamo un po’ piu’ consapevoli”. “Combat pop” è, per loro definizione “un brano trasparente e genuino, che porta la nostra visione del mondo piu’ che una storia. Alla fine siamo gente di spettacolo, se ci dicono di salire su un palco, la voglia ci viene. La nostra forza, la nostra amicizia, ci permette di avere margine per fare altro rispetto al gruppo, per poi tornare a condividere. Siamo pronti per una grande rapina”, scherza Bebo.
La competizione, invece, interessa meno: “Vogliamo piu’ che altro lasciare un segno, poi se arrivi primo o ultimo non dipende da noi. Non siamo certo famosi per i lenti, ma il nostro non e’ solo divertimento, cerchiamo anche di mandare qualche messaggio”. E mai come quest’anno il festival assume una valenza particolare, dopo quasi un anno di fermo per il settore della cultura e degli spettacoli dal vivo. “Il nostro
e’ stato uno dei settori piu’ colpiti dalla crisi. Ma e’ stata anche l’occasione per la prima volta di compattarci davvero. E il festival puo’ essere l’occasione per portare avanti le istanze di questo mondo e per raccontarlo”.
Angela Tangorra