Ermal Meta si affaccia alla nostra “finestra Sanremo” per raccontare il suo Sanremo anomalo. Dopo aver vinto nel 2018 con Fabrizio Moro e “Non mi avete fatto niente”, si presenta in gara con “Un milione di cose da dirti”.
Dal suo hotel dove è confinato per i ben noti motivi legati al periodo pandemico racconta: “Quest’anno ho voluto presentare una canzone che è una semplice canzone d’amore, volevo cantare per me stesso e non un brano che avesse un valore sociale. Spero che il risultato sia esattamente questo”.
Il 12 marzo uscirà il suo nuovo album “Tribù urbana” che Ermal, in diretta con Federico L’Olandese Volante e Luigi Landi, descrive così: “E’ un caleidoscopio di colori musicali che non vedo l’ora che escano per arrivare alla gente. Nel mio disco ci sono tanti suoni diversi, io non amo i generi, tendo a mischiare indie, pop, tutti suoni diversi e tenuti insieme da un filo che le lega e prima possibile voglio che li ascoltiate”.
Scaramanticamente Ermal non parla di concerti ma auspica che il periodo che viviamo passi in fretta perché dice: “Voglio salire sul placo e cantare davanti al pubblico”. Questa sera intanto all’Ariston vuole cantare e non fare spettacolo, affermazione che lui spiega così: “La mia frase ha il significato più semplice che possa avere: i cantanti cantano ed è quello che voglio fare stasera nel modo più semplice in assoluto”.
Federico da studio insiste e prova a chiedere a Ermal a chi vorrebbe dire un milione di cose, quelle a cui fa riferimento della canzone, ma Ermal non ci casca e in barese (ha vissuto nel capoluogo pugliese per anni) dice: “Volevi lo scoop? Vecchio marpione, nen t’avessa canosh!”
Angela Tangorra