Quando non puoi rispettare la tradizione, quando devi rompere i vecchi schemi perché non puoi replicarli, quando non puoi pensare e agire come prima, quando devi darti una scossa, cosa fai? Devi avere il coraggio di cambiare, devi scuoterti, devi essere un po’ Rock. Non sarà un caso se il Sanremo impossibile, senza pubblico e senza resse e red carpet, alla fine è andato in porto facendo vincere proprio un giovanissimo gruppo rock, i Maneskin. I ragazzi si faranno, sono acerbi, sono giovani e proprio per questo matureranno, ribelli, sono “fuori di testa, ma diversi da loro”.
Sanremo è rock perché accoglie tutti e a tutti, anche a chi perde rovinosamente, offre una possibilità: quella di incontrare il tuo pubblico. In questo supera i social: puoi avere milioni di seguaci ma devi passare dal palco dell’Ariston per laurearti. E’ rock perché sdogana la nuova musica, non ha paura delle novità e non difende la tradizione ma sa innovarla. E’ già un premio esserci.
Sanremo ci ha distratti ora che un po’ di distrazione ci serviva, ma le poltrone vuote dell’Ariston ci hanno sempre ricordato che la realtà era ben diversa dalla scena del palco. Sanremo doveva essere solo e soltanto un programma televisivo, dunque artificio e finzione, invece è stato rock ma anche teatro, mai con la pretesa di ingannarci neanche con i palloncini (nel caso almeno un palloncino, molto rock, ha strappato un piccolo sorriso).
Abbiamo tifato, abbiamo commentato, come al solito, come abbiamo fatto sempre: i vestiti, le canzoni, le stecche, il cattivo audio, le battute, i monologhi, gli ospiti. Anzi, lo abbiamo fatto di più sui social, come accade da qualche anno a questa parte: un occhio alla tv e un occhio al post, perché tutti abbiamo bisogno di un like, almeno uno che ci faccia sentire meno soli.
Abbiamo apprezzato Orietta Berti che è stata rock perchè ha sfidato tutto e tutti e si è presentata in gara al festival e non come super ospite (e avrebbe avuto le carte in regola per esserlo). Anche lei diventata un evento social, perchè a Sanremo nascono tormentoni, meme, aneddoti, racconti e strategie nuove, come quella di Chiara Ferragni che chiama a raccolta i suoi followers per sostenere il marito in gara, suscitando indignazione e polemiche. Ma Sanremo ha resistito all’impatto dei 22milioni di followers di famiglia, facendo fare alla coppia Fedez (marito) – Michielin un bel salto ma solo sino alla seconda posizione.
Sanremo in smoking ha un’anima rock perchè non rinuncia, neanche in questa edizione, a parlare del dolore individuale raccontando quello di personaggi illustri, la malattia che porta sullo stesso piano tutti.
Diventa emblematica la crudeltà della malattia che colpisce Sinisa Mihajlovic, che è rock perchè si mette a nudo e svela il suo periodo più buio. E’ rock perchè Ibrahimovic accetta la sfida e mostra il suo cuore ringraziando l’Italia e dicendo agli italiani che il festival è loro e ce lo meritiamo perchè ci meritiamo un po’ di freschezza e leggerezza. E’ rock Achille Lauro che presenta 5 “quadri” sfidando le convenzioni e portando all’Ariston 5 mondi diversi. E’ rock Fiorello che fatica il triplo per illuminare, come ha detto Amadeus, il festival degli italiani. E’ rock Amadeus che supera le difficoltà di 75 pagine di protocollo di sicurezza Rai e il festival lo fa. E’ rock il festival perchè si svecchia, arrivano big in gara dai talent, dai palchi del primo maggio e chi mostra la sua grinta dovuta ai vent’anni tanto che anche Vasco Rossi guarda Sanremo e plaude ai Maneskin. Sono rock i Maneskin perchè da metallari rabbiosi e “fuori di testa” sono pur sempre dei ragazzi che si commuovono, piangono davvero (e dicono le parolacce, ma vabbè, se vinci il festival vale tutto) vivendo l’emozione della vittoria.
E’ rock Damiano, voce della band vincitrice, che pubblica dopo la vittoria il suo compito fatto alle elementari in cui scrive “da grande voglio fare la rocstar”. Sì, lo scrive senza k, quella k che adesso devono trovare sul loro lungo cammino. E’ rock il festival che ci consegna la verità del sogno che si avvera per quattro ragazzi e incoraggia a non mollare mai e credere sempre nei sogni. Così come ha detto Laura Pausini, così come hanno mostrato Emma e Alessandra Amoroso che da ospiti e performer si sono commosse su quel palco. Così come i Negramaro che hanno omaggiato Lucio Dalla e Domenico Modugno.
E’ rock, Sanremo, perchè non ha paura di raccontare la vita che viviamo adesso: i fiori consegnati ai cantanti da valletti con i guanti, i premi recapitati nelle buste di plastica per evitare contaminazioni. E come ha detto la giornalista Giovanna Botteri commentando la vittoria dei Maneskin: “Quella che ha vinto è la nostra canzone, perchè dopo un anno in casa siamo tutti rock, fuori di testa, incazzati e pieni di energia”. Sanremo è rock, anche quando è solo Roc, senza k.
Maurizio Angelillo
Angela Tangorra