Con lui altri nove imputati tra prelati, manager e funzionari della Santa Sede
Si è aperto questa mattina nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani, allestita per l’occasione ad Aula di Tribunale, il processo al cardinale Angelo Becciu e ad altri nove imputati – tra prelati, funzionari della Santa Sede e manager esterni – per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana, scaturito dalle indagini sull’acquisto del palazzo di Sloane Avenue 60, a Londra, e allargatosi anche ad altre vicende. In discussione reati che, a vario titolo, vanno dal peculato all’appropriazione indebita, dalla corruzione all’estorsione. La prima udienza dell’atteso processo sarà oggi dedicata alle questioni procedurali e alla costituzione delle parti, tra cui quella della Segreteria di Stato come parte civile. Altra parte lesa è lo Ior, la ‘banca’ vaticana.
L’indagine partì nel 2019 dalle denunce presentate dallo Ior. L’anno successivo arrivarono anche quelle dell’Ufficio del Revisore Generale. Secondo le accuse, la Segreteria di Stato avrebbe impiegato i soldi del Papa destinati ai poveri “in fondi che, a loro volta, investivano in titoli di cui il cliente non era messo a conoscenza nonché in fondi, di dubbia eticità, allocati in Paesi off shore come Guernsey e Jersey, ad alto rischio speculativo”.
A seguito dell’approvazione da parte di Papa Francesco della nuova legge sull’ordinamento giudiziario del Vaticano che consente di poter giudicare anche i cardinali nelle cause penali, Becciu è il primo a subire un’azione del genere.
Michela Lopez