Il “modello Austria” è invocato da una parte di Regioni che temono di restare invischiate nella quarta ondata Covid. In austria, da lunedì scorso, è in vigore il lockdown per i non vaccinati. E’ quello che vorrebbero anche la Liguria, in primis, Alto Adige e Friuli. Il Veneto dice di no, nonostante il nuovo boom dei contagi con 1.278 nuovi casi nelle ultime 24 ore e 5 morti. In Emilia Romagna il governatore Bonaccini è in dubbio, ma la situazione – nonostante il costante incremento – resta sotto controllo: “Dovremo discuterne ma credo che la prima cosa da fare sia quella di proseguire con le vaccinazioni”, ha detto il presidente.
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, fa sapere che chiederà al Governo che “le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto”, ha detto. “Le misure che devono essere prese, lo devono essere solo per i non vaccinati, non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere”, ha aggiunto. D’accordo con lui anche il Friuli, con Fedriga: “Nel caso in cui dovessimo finire in zona arancione penso che il prezzo delle chiusure non lo possano pagare i vaccinati, che hanno difeso se stessi e gli altri, partecipando alla campagna vaccinale”, ha commentato il presidente friulano. “Guardando i dati è chiaro che dove il tasso di vaccinazione è basso ci sono più ricoveri. Abbiamo chiesto a Roma di consentire vantaggi per i vaccinati, come già avviene in alcuni Paesi europei”, ha osservato Arno Kompatscher, presidente altoatesino. il “no arriva da Zaia, mentre Fontana, governatore lombardo, non esclude l’ipotesi anche se teme tensioni sociali. Dalla parte di Toti e Fedriga è Matteo Renzi, leader di Italia Viva. “Mi piacerebbe che l’Italia adottasse lo stesso metodo dell’Austria, sennò tutti dovremmo pagare le conseguenze di chi non l’ha fatto. Vorrei che chi ha fatto il vaccino potesse non avere restrizioni”, ha detto Renzi. Salvini si rifiuta decisamente.
Sul fronte delle terapie anti-Covid, Pfizer amplia l’accesso alla pillola, come ha fatto Merck. Il colosso farmaceutico sigla un accordo di licenza con la Medicines Patent Pool sostenuta dall’Onu per ampliare l’accesso alla sua pillola antivirale nei Paesi in via di sviluppo. I produttori di farmaci generici potranno infatti produrre il farmaco in anticipo rispetto al via libera delle autorità. E’ il primo accordo con cui la società apre alla condivisione della tecnologia su un prodotto anti Covid.
Stefania Losito