Si è accasciato durante un comizio a Nara, in Giappone, l’ex primo ministro nipponico Shinzo Abe, 67 anni. E’ stato
visto sanguinare dal torace ed è stato sentito un rumore compatibile a quello di uno sparo, forse due. L’ex premier, soccorso, è stato portato in ospedale ma le sue condizioni sono apparse gravissime da subito. E’ morto in ospedale nonostante le trasfusioni di sangue in seguito all’emorragia. La polizia ha arrestato il 41enne Tetsuya Yamagami, un ex
militare delle Forze di autodifesa, cha ha servito per circa tre anni nella Marina, e deciso a uccidere Abe perché “insoddisfatto per l’operato dell’ex capo politico”. L’uomo, residente del posto, era riuscito a eludere la sicurezza e ad avvicinarsi ad Abe, impegnato nel discorso elettorale. Ancora poco chiare le ragioni del gesto.
Abe è “in gravi condizioni”, spiega il primo ministro Fumio Kishida, rientrato d’urgenza alla Kantei con tutto il governo dopo aver sospeso con tutti i partiti di opposizione la campagna elettorale per il rinnovo della Camera Alta in programma domenica 10 luglio. Ha detto di “augurarsi e di pregare dal profondo del suo cuore che possa sopravvivere”, condannando “nel modo più deciso possibile” l’attentato definito come “inaccettabile”.
La polizia giapponese ha fatto irruzione nell’abitazione dell’uomo sospettato dell’attacco contro l’ex primo ministro, secondo le riprese della televisione pubblica Nhk. Il filmato mostra diversi agenti di polizia che indossano indumenti protettivi, caschi e scudi e che entrano in un edificio identificato dalla Tv come la casa dell’uomo arrestato per tentato omicidio subito dopo l’attacco.
Sconcerto dei leader del mondo, dagli Stati Uniti all’Europa, dalla Thailandia all’India e alla Cina, le preghiere e il cordoglio per l’ex premier giapponese.
I PRECEDENTI – Sebbene le leggi sul possesso di armi in Giappone siano molto più severe rispetto agli Stati Uniti, casi analoghi all’attentato dell’ex premier Shinzo Abe si sono verificati in passato, e hanno riguardato politici di rilievo.
Nel 1992 un estremista di destra sparò alcuni colpi di arma da fuoco all’allora vice presidente del partito democratico,
Kamemaru Shin, nella prefettura di Tochigi, senza tuttavia colpirlo. Nel 1994, in un hotel a Tokyo il premier Hosokawa
Morihiro venne sparato da un appartenente a un gruppo di estrema destra, ma rimase illeso.
Nel 2007 il sindaco di Nagasaki, Ito Itcho, morì durante un attentato organizzato da una banda criminale. Un altro caso ha riguardato il direttore dell’Agenzia nazionale di polizia, Kunimatsu Takaji, nel 1995, che venne gravemente ferito da colpi di pistola sparati davanti la sua abitazione.
A differenza degli Usa, per acquistare armi in Giappone è necessario passare rigorosi esami per accertare le proprie
condizioni mentali, e in commercio sono consentiti soltanto alcuni tipi di fucili e carabine. Secondo i più recenti dati
dell’Ocse, il tasso di omicidi in Giappone si assesta a 0,2 su 100.000 abitanti, contro lo 0,5 dell’Italia, e i 6 degli Stati
Uniti.
Stefania Losito
(@credits: foto ispionline.it)