Siglato l’accordo tra Partito Democratico e Azione-Più Europa in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. L’intesa prevede che la totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione sia suddivisa nella misura del 70% a favore del PD e del restante 30% a favore di Azione-Più Europa, scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale. “Le parti”, si legge nel testo dell’accordo, “si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali”. Non saranno dunque candidati i leader delle forze politiche e gli ex parlamentari di Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Previsto anche il diritto di tribuna in Parlamento ai leader dei fiversi partiti, ossia un posto anche in caso di mancato raggiungimento della soglia di sbarramento. “Non abbiamo bisogno del diritto di tribuna”, hanno replicato Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, e Angelo Bonelli di Europa Verde, che hanno chiesto un incontro a Letta per la verifica dell’alleanza. Letta e Calenda hanno parlato anche di “nessun veto” nei confronti di Matteo Renzi e del suo partito, Italia Viva. Ma l’ex premier, su Twitter, ha replicato: “Abbiamo voluto Draghi al governo, soli contro tutti. Oggi non ci alleiamo con chi ha votato contro Draghi”.
Critici, invece, Movimento 5 Stelle e centrodestra. “Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda. In bocca al lupo alla nuova ammucchiata”, ha commentato il leader dei pentastellati, Giuseppe Conte, su Twitter. Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, “a misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra”. Per l’ex ministro “finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo”.
Intanto Letta ha incontrato alla Farnesina anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, leader della neonata componente Impegno Civico.
Vincenzo Murgolo