“Nove anni fa iniziava l’aggressione russa in Crimea. Ripristineremo la pace nella penisola. Quella è la nostra terra”. Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Ci fermeremo solo quando ripristineremo il Paese entro i limiti del 1991”, ha aggiunto il vice-capo dell’intelligence del ministero della Difesa di Kiev, Vadym Skibitskyi, sottolineando che “l’esercito ucraino sarà pronto a passare alla controffensiva in primavera” con l’obiettivo di liberare tutti i territori occupati. “Gli Stati Uniti non riconosceranno mai la presunta annessione da parte della Russia. La Crimea è Ucraina”, ha dichiarato da Washington il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price. Intanto lo stesso Zelensky sarebbe al lavoro per preparare una nuova lista di armi da chiedere ai rappresentati del partito repubblicano americano. Tra queste ci sarebbero anche i cacciabombardieri F-16.
Da Mosca il presidente russo, Vladimir Putin, ha commentato la decisione di sospendere la partecipazione della Russia al Trattato Start (Trattato sulle armi nucleari) sottolineando come il Paese abbia bisogno di “garantire la propria sicurezza e stabilità strategica”. Alla domanda su cosa gli Stati Uniti debbano capire dopo la sospensione Putin ha risposto: “Dipende da loro cosa capire. Noi capiamo cosa dobbiamo fare”. Per il numero uno del Cremlino l’invio di “decine di miliardi di dollari di armamenti all’Ucraina” da parte della Nato è “di fatto una partecipazione al conflitto”.
Vincenzo Murgolo