Il 19 ottobre la Corte d’appello federale riesaminerà il caso
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha scritto una lettera di diffida al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, e a quello della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, chiedendo l’immediato reintegro nel Consiglio federale. Il testo è stato inviato anche agli altri componenti del Consiglio stesso. In caso contrario, ha fatto sapere il patron laziale, ci sarà una richiesta di danni.
Lotito, nei mesi scorsi, ha ricevuto sette mesi di squalifica in primo grado dalla giustizia sportiva per la vicenda dei tamponi, ma in appello i mesi di squalifica erano diventati dodici con l’aggiunta della decadenza dal ruolo di consigliere federale. Un caso nato dalla presunta mancata tempestiva comunicazione alle Asl competenti circa la positività di alcuni calciatori biancocelesti, nonché dall’esito dei tamponi effettuati dal laboratorio “Futura diagnostica” di Avellino. Le sanzioni erano stta decise per non aver impedito ad alcuni calciatori di allenarsi con la squadra nonostante la positività e per non aver sottoposto a isolamento di almeno dieci giorni, in caso di asintomaticità, alcuni calciatori. Il 7 settembre, però, il Collegio di Garanzia del Coni ha rimandato gli atti alla Corte d’appello della Federcalcio per una nuova valutazione della sanzione. La prossima udienza è fissata per il 19 ottobre. Alla lettera inviata da Lotito a Gravina, Dal Pino e ai consiglieri federali è allegato anche un parere del professor Bruno Sassani.
“Basta mistificazioni, la colpevolezza di Lotito è stata accertata”, hanno dichiarato fonti della Federcalcio. “È una partita tutta all’interno del mondo del calcio”, ha invece commentato Giovanni Malagò, presidente del Coni, aggiungendo che “Gravina e la Federazione stanno facendo un lavoro straordinario di cui siamo molto orgogliosi”.
Vincenzo Murgolo