Il governo ha varato all’unanimità il nuovo Def, il Documento di Economia e Finanza che definisce le linee principali di politica economica del Paese. Il testo del documento è stato discusso nella cabina di regia che ha anticipato il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al documento. Un Def segnato dalle incertezze legate al conflitto in Ucraina. “E’ chiaro che la guerra ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita – ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi – in particolare su questo pesano l’aumento dei prezzi dell’energia e altri beni, ma anche la fiducia dei consumatori che è diminuita. Consumatori e imprese vedono oggi un futuro meno positivo”. “Faremo tutto il necessario – ha aggiunto– per sostenere famiglie e imprese”.
I numeri del nuovo documento sono stati presentati dal ministro dell’Economia Daniele Franco. La crescita del Pil nel quadro programmatico è fissata al 3,1% (dal precedente 4,7%), mentre il deficit è confermato al 5,6% a fronte di un indebitamento tendenziale che sale al 5,1%, rispetto al 4,4 di settembre. Quindi ci sarebbero 0,5 punti, quasi 9 miliardi di euro, di “tesoretto” dato dalla differenza tra i due, ma le risorse per il prossimo decreto sostegni dovrebbero esser limitate a 4-5 miliardi, anche perché almeno 5 miliardi sono stati di fatto già prelevati dai fondi Mef per intervenire sulle bollette. In conferenza stampa il ministro ha anche annunciato che con un decreto ad hoc è stato esteso il taglio delle accise di 25 centesimi fino al 2 maggio.
Nella bozza si legge che se la Russia bloccasse l’export di gas e petrolio da adesso a fine 2023, i prezzi energetici salirebbero con un impatto sul Pil di 0,8 punti percentuali nel 2022 e 1,1 punti nel 2023. E l’occupazione calerebbe di 0,6 punti quest’anno e 0,7 nel 2023. Sulle eventuali interruzioni di forniture di gas dalla Russia, Draghi rassicura: “Fino a fine ottobre siamo coperti, le conseguenze non le vedremmo fino all’autunno” e anticipa: “Ci sarà una proposta Ue che uscirà fra pochi giorni sull’energia, non so se ci sarà sul prezzo del gas, ci sono punti di vista diversi fra noi la Germania e l’Olanda”. “Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace- ha concluso Draghi – ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Preferiamo la pace o stare il condizionatore d’aria acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre”.
Michela Lopez