Meloni: svolta epocale. Opposizioni e sindacati: non è vero che si abbassano tasse per tutti
Una nuova Irpef con tre aliquote. Iva azzerata per i beni di prima necessità. Stop alle comunicazioni del Fisco nei mesi di agosto e dicembre. Ma anche sanzioni penali attenuate per i contribuenti in difficoltà economiche e per le imprese che collaborano.
Il Consiglio dei ministri ha approvato la delega fiscale, che promette di cambiare il sistema e mettere le basi per la riduzione delle tasse.
“Le nuove regole – spiega il Ministero dell’Economia – saranno operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega e vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni”. Nel caso delle imprese, infatti, la prospettiva è una graduale eliminazione dell’Irap e una riduzione dell’attuale aliquota
Ires per chi investe o assume.
La riforma, inoltre, punta a creare una sorta di “Fisco amico” e a instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo.
Il punto cruciale della riforma è senza dubbio la rivoluzione dell’Irpef, con la riduzione delle aliquote dalle attuali quattro a tre. Le due ipotesi sono 23%, 27% e 43% o 23%, 33% e 43%. Flat tax incrementale per i dipendenti, mentre quella per tutti resta comunque un obiettivo da raggiungere.
Per le imprese c’è la nuova Ires a due aliquote per far pagare di meno chi assume ed investe; si punta poi al graduale superamento dell’Irap con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.
È previsto un alleggerimento delle sanzioni penali, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla “cooperative compliance” e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco. A questo si potrebbe aggiungere l’ulteriore riduzione delle sanzioni amministrative per i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente in modo tempestivo ed esauriente.
Le opposizioni e i sindacati non sono contenti. “È una baggianata dire che si abbassano le tasse a tutti” ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. “Così si favorisce chi sta meglio, chi ha redditi più alti vedrà maggior guadagno”.
“È una riforma recessiva” è il parere del leader M5s Giuseppe Conte, pronto a scendere in piazza con i sindacati.
“Io mi sono rotto le scatole – ha detto il segretario Cgil, Maurizio Landini – non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me”.
Gianvito Magistà