Domani il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, incontra a Roma, al Mimit, i vertici di Acciaierie d’Italia e, da stasera alle 23, comincia a Tarant lo sciopero indetto da Fiom Cgil, Uilm e Usb sino alle 7 del 20 gennaio per chiedere un cambio nell’ ex Ilva. Obiettivo: portare lo Stato in maggioranza (60 per cento) attraverso i 680 milioni deliberati a fine dicembre dal Consiglio dei ministri con un decreto legge. Si protesta anche contro la reintroduzione dello scudo penale, misura di carattere generale prevista dallo stesso decreto.
E’ la seconda astensione dal lavoro nel giro di due mesi. La prima avvenne il 21 novembre ma fu unitaria, con la
partecipazione di tutte le sigle. Domani, oltre allo sciopero a Taranto e al vertice da Urso, c’e’ anche l’avvio, alle 9, in
commissione Industria del Senato, dell’iter parlamentare sul decreto legge (numero 2 del 5 gennaio scorso). Lo sciopero coinvolgera’ il personale di Acciaierie d’Italia e dell’indotto. Interessati alla protesta anche i cassintegrati di Ilva in amministrazione straordinaria.
Si manifesterà a Roma sotto la sede del ministero delle Imprese in concomitanza con la convocazione di azienda, con i soci ArcelorMittal e Invitalia, sindacati, Confindustria e Regioni sedi degli stabilimenti.
Domani all’alba su iniziativa di Fiom, Uilm e Usb, partiranno da Taranto per Roma una decina di pullman (ma potrebbero essere anche di piu’) con a bordo lavoratori e delegati sindacali. Dai comuni della provincia i pullman si muoveranno a partire dalle 3.
Stefania Losito