Al Sud verrà istituita la Zona economica speciale unica. Lo ha annunciato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il suo collegamento social ‘Gli appunti di Giorgia’, annunciando di aver raggiunto l’accordo con la Commissione Europea. “L’istituzione”, ha sottolineato la premier, “è prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Le regioni interessate saranno Puglia, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Sicilia e Sardegna. Attraverso la Zes “chi investe nel Sud viene incentivato, viene agevolato, paga meno tasse”. “Il governo”, ha aggiunto la premier, “deve definire una serie di interventi normativi collegati per rendere queste norme operative, ma è una grandissima opportunità per il Mezzogiorno di colmare il suo gap rispetto alle regioni del Nord, di attrarre nuovi investimenti”. Soddisfatto il governatore della Basilicata, Vito Bardi, che ha definito l’istituzione della Zes unica al Sud “una misura decisiva per il futuro della Basilicata” e “una grande opportunità per attrarre investimenti e rilanciare l’economia del Mezzogiorno” che “rafforzerà la cooperazione tra le regioni del Sud, i cui rappresentanti istituzionali punteranno a remare ancor di più nella stessa direzione per vincere le sfide future”.
Un altro tema importante riguarda la tassazione sugli extraprofitti delle banche. “Abbiamo approvato diverse misure importanti”, ha spiegato la premier, “La più importante è quella che riguarda la tassazione dei margini ingiusti delle banche”. “In questa situazione difficile”, ha sottolineato, “è fondamentale che il sistema bancario si comporti nel modo il più possibile corretto. Stiamo registrando utili record e abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Una tassazione che è non una tassa su un margine legittimo, ma una tassa su un margine, appunto, ingiusto”. Meloni ha poi assicurato che le risorse andranno “a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese” che stanno vivendo “un momento di difficoltà per l’alto costo del denaro”.La premier ha anche affrontato il tema dello stop al reddito di cittadinanza. “Non solo quello che è stato fatto è scritto nel programma del centrodestra”, ha affermato, “ma è inserito nella legge di bilancio varata a dicembre e tutti ne erano a conoscenza”. “Il governo”, ha aggiunto, “non intende tornare sui suoi passi perché vuole passare dal reddito di cittadinanza al reddito di occupazione, cioè che si ottiene grazie al lavoro”. Meloni ha poi sottolineato che le stime di chi avrebbe perso il reddito erano di “300mila” persone e invece lo hanno perso in “112mila”. “Ragionevolmente”, secondo la premier, “significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito e si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato”.
Sale, intanto, la tensione sul salario minimo. “Se io”, ha spiegato Meloni, “stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo, il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora”. Un tema che rischia di alimentare le tensioni in vista dell’incontro con le opposizioni in programma venerdì. Alleanza Verdi-Sinistra Italiana e +Europa sarebbero infatti tentate di non partecipare. Gelo anche da parte del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, che tuttavia ci saranno. “Da Meloni fake news, proverò a spiegarle come stanno le cose con dei grafici”, ha dichiarato il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Carlo Calenda, leader di Azione, ha chiesto al governo di abbassare i toni in vista del vertice.
Vincenzo Murgolo