La dinamica è ancora tutta da chiarire, sequestrati i filmati
È ancora presto per stabilire la causa dell’incidente di ieri sulla funivia del Mottarone, in Piemonte, nel quale hanno perso la vita 14 persone e un bambino, l’unico sopravvissuto, è ricoverato in ospedale a Torino in condizioni critiche.
“Logica vorrebbe che si è spezzato il cavo e l’impianto frenante non ha funzionato” ha detto il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, titolare dell’indagine. “Ma può anche essere il contrario. Lo dovranno stabilire i consulenti”.
Da chiarire, anche, se l’ente proprietario della funivia è la Regione Piemonte o il Comune di Stresa. Lo si sta appurando in queste ore. In occasione dell’ultima riqualificazione della struttura, la Regione ha stanziato un importante contributo, a fronte del quale era previsto anche il passaggio di proprietà, ma non è ancora chiaro se questa procedura sia stata completata.
Il procuratore Bossi ha precisato che nella vicenda sono coinvolti più soggetti: “C’è la società che gestisce l’impianto, Ferrovie del Mottarone, ci sono le società che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione dell’impianto nel biennio 2014-2016 e c’è una società incaricata della revisione annuale”. L’ultima sarebbe stata effettuata nel novembre 2020: “Stiamo acquisendo i report finali – ha detto il pm – Anche sulla scorta di quello che emergerà avremo un quadro completo”.
La procura di Verbania sta indagando per omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Sequestrato anche l’impianto di videosorveglianza della funivia. Le telecamere riprendono arrivo e partenza. “Non risultano esserci immagini riprese dall’interno della cabina precipitata, anche se non mi sento di escluderlo” ha detto Bossi.
Gianvito Magistà