Cala oggi il sipario sui 75 anni di vita della compagnia di bandiera Alitalia e sui voli con la sigla Az, sui cui gli italiani hanno viaggiato per tre quarti di secolo. Questa sera l’ultimo volo Cagliari-Roma. La vecchia Alitalia lascerà il campo alla nuova più piccola Ita. Intanto, ai lavoratori di Alitalia stamattina è stata accreditata la metà restante degli stipendi di settembre, segnalando lo sblocco della partita sulla cessione del marchio: i commissari avevano detto che la restante metà sarebbe stata accreditata non appena avessero avuto evidenza “sull’esito del bando del marchio”.
Intanto, per il 47esimo giorno di mobilitazione permanente a Fiumicino, 300 lavoratori della compagnia, alcuni in divisa o tuta da lavoro, stanno partecipando al presidio all’esterno del Terminal 3 per chiedere “chiarezza, tutele e garanzie sul futuro del lavoro”. Un presidio che diventa anche una sorta di “saluto”. Tante le bandiere sindacali e gli striscioni su cui si legge “Resistenza”, “Giù le mani da Alitalia dall’Italia”. Non si registrano disagi operativi in aeroporto. “Non esistiamo più – dice Maria Rosaria, hostess di terra – non sappiamo domani cosa dobbiamo fare. Io verrò lo stesso a lavorare”.
“E’ una giornata che non vuole essere un funerale ma l’inizio di una resistenza – ha detto Francesco Staccioli, dell’USB, che ha aperto gli interventi del presidio dei lavoratori – c’è la voglia di lanciare oggi e domani un messaggio forte: non ci rassegniamo ed Ita non può essere il futuro del trasporto aereo in Italia. Ottomila persone non sanno quale sarà il futuro, compreso l’handling. Lasciati soli dal Governo e dalla politica. Le possibilità di cambiare il corso industriale di una compagnia che nasce defunta c’erano e non sono state seguite”.
Stefania Losito