L’Ucraina non ha intenzione di attaccare la Russia: lo assicura il presidente Zelensky nel corso di un’intervista all’emittente Usa Newsmax, commentando indiscrezioni dei media secondo cui Kiev potrebbe utilizzare i sistemi missilistici Himars che riceverà dagli Stati Uniti per colpire obiettivi sul territorio russo. La posizione dell’Ucraina, però, come “perimetro difensivo” per il mondo contro la Russia significa che Kiev non può “cedere” nulla, ha aggiunto Zelensky. “Non siamo pronti a cedere nessuno dei nostri territori, perché i nostri territori sono i nostri territori: e’
la nostra indipendenza, la nostra sovranità; questo è il problema”, ha detto il premier ucraino riconoscendo che “ci sono alcune difficoltà con alcuni territori. Ci sono alcuni dettagli, ma tutte queste difficoltà potrebbero essere discusse e quelle discussioni sarebbero necessarie per fermare la guerra”. Secondo i servizi segreti ucraini, infatti, Putin avrebbe dato l’ordine di occupare entro il primo luglio il Donbass. L’epicentro dello scontro sono ora le città di Severodonetsk (in gran parte controllata dai russi e quasi “rasa al suolo”, come racconta il sindaco), Lysychansk e Kurakhove. In costruzione nella capitale Kiev la prima linea di difesa contro l’avanzata russa.
Intanto sarà formalizzato oggi a Bruxelles dagli ambasciatori dei 27 il sesto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia per la guerra in Ucraina. Sì al price cap (il tetto al prezzo del gas, nella fattispecie) come misura temporanea: “Siamo stati accontentati”, commenta il presidente del consiglio Mario Draghi. Dall’Ue l’ok anche all’embargo immediato per le forniture di petrolio via mare, rinvio per quello che arriva dagli oleodotti. Le sanzioni saranno efficaci in estate”, spiega ancora Draghi.
Zelensky si dice “grato a tutti coloro che hanno lavorato per questo accordo”, affermando che adesso finalmente Mosca avrà “decine di miliardi di euro in meno per finanziare il terrorismo”.
Stefania Losito