Il governo Meloni ha deciso di non impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge della Regione Puglia che ha portato al cambio di assetto societario dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal) e, di fatto, alla decadenza di Massimo Cassano da direttore generale. A comunicarlo è stato il Consiglio dei ministri riunitosi ieri sera. Nonostante i rilievi di presunta incostituzionalità sollevati nelle scorse settimane, l’esecutivo ha deciso di non rivolgersi alla Consulta. La decadenza da direttore generale è stata invece impugnata davanti ai giudici amministrativi dallo stesso Massimo Cassano, ma il tribunale ha respinto la prima richiesta di sospensiva con urgenza. La norma regionale aveva suscitato forti polemiche all’interno della stessa maggioranza di centrosinistra, con le liste civiche vicine al governatore Emiliano che avevano provato a opporsi.
Il governo, invece, ha deliberato di impugnare un’altra legge regionale, la numero 28 del 7 novembre scorso, riguardante le compensazioni energetiche, con sconti in bolletta, per chi ospita sul territorio impianti, dai rigassificatori ai parchi eolici.
Vincenzo Murgolo