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Movida/ L’appello del Questore di Bari ai ragazzi

“Noi abbiamo bisogno mai come in questi momenti della collaborazione della gente. Vorremmo tornare ad occuparci del nostro compito principale, ossia il contrasto alla criminalità, ma temo che anche per il prossimo weekend saremo costretti a controllare la movida”. A dirlo a Radionorba è il questore di Bari, Giuseppe Bisogno, che lancia un appello ad evitare assembramenti alla vigilia del primo fine settimana dopo il lockdown. “Vogliamo evitare di essere repressivi ma dobbiamo comprendere tutti quanti che possiamo andare al bar o al ristorante purché vengano evitati assembramenti o usata la mascherina in caso non si possa mantenere la distanza. Non possiamo abbassare la guardia perché rischiamo di vanificare i sacrifici fatti fino ad ora. Già se due o tre persone si riuniscono si crea un assembramento, bisogna utilizzare il buon senso”. Del resto costringere le forze dell’ordine ad occuparsi del contrasto ai comportamenti imprudenti impedisce loro di concentrarsi sui reati, a cominciare dal fenomeno dell’usura e delle infiltrazioni criminali nelle attività produttive. “E’ evidente – continua il questore – che quando c’è un maggior numero di imprenditori, di persone fisiche o di società che hanno difficoltà economiche, cresce l’attività degli usurai. Noi siamo pronti ma abbiamo bisogno delle denunce per poter intervenire. Per ciò che riguarda le infiltrazioni si tratta di un problema nazionale. L’allarme è stato lanciato anche dal procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho ed è all’ordine del giorno dei comitati in prefettura. Accanto a questo c’è il restante comportamento della criminalità che sta cercando di recuperare il tempo perso. Abbiamo avuto durante il lockdown una contrazione dei reati, ma come temevamo adesso, come una molla, stanno schizzando in avanti e stanno aumentando i reati predatori e lo spaccio di stupefacenti. Dobbiamo impedirlo e per questo chiediamo alle persone perbene di aiutarci a non essere impegnati ancora nel contenimento degli assembramenti”.

 

Mauro Denigris

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