I settant’anni di Renato Zero sono vissuti senza compromessi, tra trasgressione e affermazione di se’, piume e paillettes e rivendicazioni sociali.
Renato Zero festeggia il compleanno tondo a modo suo, con un’opera di inediti quasi monumentale, a solo un anno di distanza da “Zero Il Folle”. Il giorno del suo compleanno esce “Zerosettanta – Volume Tre”, il primo dei tre dischi che il cantautore ha deciso di regalarsi per l’importante celebrazione, anticipato dal singolo “L’Angelo Ferito”. Gli altri due album usciranno il 30 ottobre e il 30 novembre (prodotti da Renato Zero per Tattica). “Per non ingolfare la piazza e per dare respiro ai padiglioni uditivi del
mio paziente pubblico – spiega, raccontando che la scelta di partire dal 3 e’ legata alla tradizione dei sorcini di chiamarlo sul palco al grido di 3, 2, 1… Zero! -. Quaranta brani, rappresentativi di un trascorso che qui vuole ribadire lo sforzo e l’attenzione verso quella coerenza che mi ha sempre contraddistinto”.
Nei 12 brani del primo disco spazio al rapporto con la fede (“una compagna necessaria insieme
alla coscienza”), all’amore in tutte le sue forme, alla natura bistrattata, al rapporto con il pubblico e perfino alla pandemia (“il Covid-19 e’ figlio del consumismo, della spesa gigantesca spesso infruttuosa e inutile”, sostiene). Testi sostenuti da una musica potente che a volte sembra quasi prendere il sopravvento grazie anche alle collaborazioni importanti, cominciare dalla produzione e dagli arrangiamenti di Phil Palmer, Alan Clark per finire con l’apporto del Maestro Adriano Pennino, che inaugura la sua collaborazione con Renato Zero.
“Sono orgoglioso di esserci arrivato a questi 70 anni, di aver regalato brividi ed emozioni. Non e’ il mio funerale, ma la mia rinascita. Ho festeggiato pochi compleanni ma questo non me lo voglio perdere anche se la festa dovra’ essere rimandata. Dovranno esserci i miei colleghi, per vedere se anche loro hanno
le stesse rughe, e il pubblico che si merita un grande show.
Durante la presentazione del nuovo lavoro, con i giornalisti collegati via Zoom, Renato Zero ne ha per tutti: nel mirino finiscono i live streaming in tempo di emergenza sanitaria (“e’ come il sesso senza
preliminari”) e i giovani “disadorni” non piu’ abituati alla gavetta e alla “carboneria delle cantine” (“non si puo’ fare la musica chiusi in una stanza, soli davanti al pc, perche’ cosi’ diventa un soliloquio sterile. E la facilita’ di visibilita’ che hanno oggi i ragazzi rischia di bruciarli troppo presto”).
Zero, pero’, non vuole distogliere l’attenzione dal suo ultimo lavoro (“non un’operazione commerciale, altrimenti avrei fatto un disco solo, non tre”), che lo ha costretto “a raccontarmi tutta la verita’ per i 70 anni, come davanti ad un confessionale: un modo per riaffermare la volonta’, il desiderio, il sogno”. E
rivendica con orgoglio i lustrini del passato che gli hanno offerto “l’opportunita’ di far passare un pensiero e un modo di essere non convenzionale. Devo molto a Renato Zero, con il suo sacrificio mi ha consentito di resistere a certi condizionamenti anche discografici. In giacca e cravatta non sarebbe stato lo stesso”.
L’uscita di Volume Tre sara’ accompagnata da un cofanetto, che andra’ poi a contenere tutti e tre i capitoli. Una parte degli utili sara’ destinata “a chi ha lavorato con me nei live e si trova in difficolta’ in questo momento”.
Angela Tangorra