“Contatto” è il titolo del singolo in uscita oggi, 9 novembre, canzone che ha lo stesso titolo dell’album disponibile dal 13 novembre. Racconta Giuliano Sangiorgi che: “La verità, a dirla tutta, è incredibile. Il pezzo, così come tutti gli altri del disco, è stato pensato prima del lockdown, poi nel corso di questi mesi ha preso un altro significato”. In una intervista a La Repubblica, Giuliano dal suo studio romano spiega che cos’è il contatto che ha ispirato la canzone: “a parola più fisica che c’era, lo è stata per millenni, ma nel nuovo mondo aveva perso i connotati originali, era diventata il massimo del virtuale e dello sterile, gli abbiamo tolto la carne, a questo pensavo quando l’ho scritta. L’unica cosa che non avevamo era il titolo del disco, non capivo quale delle canzoni poteva diventare la sintesi del progetto. Poi è arrivato tutto quello che sappiamo e quella parola ha preso luce, è stato improvvisamente evidente che il titolo non poteva che essere quello, una parola che non solo nell’idea è tornata fisica, ma addirittura velata da un senso onirico di sogno. Il vero senso della parola contatto oggi è speranza”.
Il progetto iniziale era arrivato dopo un periodo di grandi cambiamenti per la band: il disco precedente, la crisi superata e la volontà di sciogliersi, la ripresa, la malattia di Lele, poi guarito. Tutto ha influito sul nuovo lavoro. Dice Giuliano: “La paura che qualcosa possa finire produce nuove energie, poi sono arrivate nuove vite, sono nati i nostri figli Bianca per Andrea, Stella per me e Ianko per Lele. Amore che torni è stato come guardarsi indietro e in faccia tra di noi e dire: siamo stati fortunati, che facciamo, la rinnoviamo questa fortuna? Per la prima volta ho una consapevolezza di un’incredibile arroganza. Io ho un’autostima pari a zero, ma nei confronti della band invece ce l’ho alta, finalmente. Non ci sono tante storie come la nostra, venuti fuori così dal Salento, sono orgoglioso di essere rimasto nella band”
Le canzoni Giuliano non le scrive a tavolino: “Per me devono avere una verità e a me viene solo se la vomito, io non sono di quelli che le canzoni le fa a tavolino, di solito è un pugno, mi stende, il mio modo deve esser fisiologico. Odio le cose posticce e le riconosco anche quando le sento fatte da altri, la canzone deve essere una botta. Oggi ci sono gli hitmaker, per me è un parola brutta, è come darsi dello stronzo da soli, la canzone deve essere viva, deve mischiarsi con la gente, sporcarsi e tornare a te che di fronte a lei non sei nessuno”.
I Negramaro non vedono l’ora di tornare ad incontrare il loro pubblico: “Non pensiamo ad altro. Io quando faccio i dischi penso già al live, e non può che essere così per noi, a proposito di contatto, quello sarà il vero fuoco d’artificio. Questa mancanza ci farà tornare più forti. Ci sarà ogni cautela che sarà necessario osservare, ma dobbiamo pensare in grande, è fondamentale, io non voglio mollare, noi dobbiamo portare anche le istituzioni a capire che dobbiamo trovare il modo per tornare a fare le cose com’erano, la musica è dal vivo e dal vivo deve tornare”.
Angela Tangorra