Ma gli alleati italiani non ci stanno
Il leader della Lega, Matteo Salvini, propone la nascita di un gruppo nel Parlamento europeo composto da tutti i partiti di destra. Il meglio dei sovranisti francesi di Id, dei Conservatori, dei Popolari di destra e del partito di destra del premier ungherese Orban. Una bomba che colpisce con le sue schegge gli alleati italiani: Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il coordinatore azzurro, che è anche vicepresidente del Ppe, Antonio Tajani, sottolinea che il partito popolare europeo “non può rinunciare alla propria identità” ed e’ “impossibile” che faccia accordi con “gli antieuropeisti“. Anche se riconosce in Salvini un cambio di linea: “Ormai – dice – Salvini fa parte del governo Draghi e ha fatto una scelta europeista, altri no”.
Per niente contento Carlo Fidanza, capo della delegazione FdI al Parlamento europeo, perché, spiega, quel lavoro di raccordo tra le forze “anti-sinistre” lo sta facendo da mesi Giorgia Meloni che guida i conservatori europei che devono essere il centro propulsore di ogni allargamento alle forze di centro.
Salvini parla dall’Hotel Palacio Estoril di Cascais in Portogallo durante una pausa degli incontri con gli altrio sovranisti europei. Riceve anche una telefonata del cantante pugliese Al Bano: “Mi ha detto che canterà a Budapest, per i mondiali di Judo. Là ci sarà Orban, Putin, e per la delegazione italiana ci sarà Al Bano e spero di esserci anch’io”. Salvini è divertito e sereno nonostante le trattative con gli alleati italiani per la scelta dei candidati sindaci nelle grandi città non sembra procedere al meglio.
Ci prova allora con gli affini europei proponendo incontri a Roma e scrivendo già i capitoli di un programma comune: lotta all’immigrazione clandestina, no all’adozione per gli omosessuali, no all’utero in affitto e difesa delle radici cristiane dell’Unione.
Quindi annuncia una sua visita a Fatima.
“Bisogna lavorare – dice – tutti insieme. Serve il centrodestra unito come in Italia, anche in Europa. Anzi, io pensavo e penso sempre di più anche a una federazione del nostro centrodestra. Io ci provo. Poi se ognuno comincia a porre veti, non voglio il polacco, il ceco e via dicendo non andiamo da nessuna parte. Vedo – sottolinea – che Lorenzo Cesa dell’Udc è d’accordo con me. Ne sono felice. Poi chiariamoci, io non ho alcun travaglio. Anzi. Segnalo a tutti che il quadro è in movimento per tutti. Se il Cdu perde in Germania tutto si rimette in gioco, anche in Italia…“.
Maurizio Angelillo