Beppe prova a ricucire: “Non sono padre-padrone”
La rottura sembra consumata, al punto tale che ormai si andrà alla conta fra i parlamentari 5 Stelle per capire chi rimarrà fedele alla linea Grillo e chi invece è pronto a sostenere Giuseppe Conte, magari anche in vista della formazione di un nuovo partito. Se l’ex premier non dovesse riuscire a far prevalere le sue tesi, secondo i rumors che arrivano da Roma, sarebbero in molti però a sostenerlo: il 50% alla Camera e addirittura l’80% al Senato.
Grillo, che in serata ha però pubblicato un video in cui dice di aver “agito col cuore” e di non essere “un padre-padrone” ha infatti deciso di procedere spedito e ha intimato al reggente Crimi di “autorizzare, entro e non oltre le prossime 24 ore, la Piattaforma Rousseau al trattamento dei dati, come espressamente consentito dal provvedimento del garante della privacy”. L’obiettivo è permettere il voto di un nuovo comitato direttivo. In caso contrario, secondo Grillo, il reggente sarebbe ritenuto direttamente e personalmente responsabile per ogni conseguenza dannosa dovesse occorrere al MoVimento. Crimi ha fatto sapere di stare valutando la sua permanenza nei 5 stelle.
L’ex premier Conte ha replicato alle parole di ieri di Grillo: Il suo post “non è una delusione solo per me. Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione per un’intera comunità, che io ho conosciuto bene e ho apprezzato”. Stasera riunione dei parlamentari M5s per decidere il da farsi. Chissà se le ultime parole di Grillo non possano cambiare ancora la situazione
Mauro Denigris