
Cecilia De Astis, la 71enne travolta e uccisa lunedì mattina, a Milano, da un’auto rubata e guidata da un 13enne, fuggito con altri tre bambini senza prestare soccorso, era originaria di Ruvo di Puglia, ma si era trasferita quarant’anni fa con il marito a Milano, dove aveva lavorato per oltre trent’anni al cotonificio Cederna. Rimasta vedova, e andata in pensione, Cecilia faceva molta beneficenza. Il giorno dell’incidente stava uscendo dalla “Casa della solidarietà” dei Fratelli di San Francesco e stava attraversando via Saponaro quando una Citroën DS4 l’ha falciata. L’auto era stata rubata il giorno prima a una turista francese. Nonostante i soccorsi tempestivi, per Cecilia non c’è stato niente da fare. Lascia due figli, Gaetano e Filippo, che sono riusciti a raccogliere e conservare, della loro mamma, il quadrante del suo orologio volato sull’asfalto. E, insieme a loro, neanche il quartiere Gratosoglio dimenticherà una donna gentile, disponibile e altruista come Cecilia, che conoscevano tutti.
Sulla Citroën che ha travolto la donna, oltre al conducente 13enne, c’erano anche una bambina e un bambino di 11 anni e un altro ragazzino di 12 anni. Due sono fratelli. Sono tutti nati in Italia da famiglie nomadi di origini bosniache. Nessuno di loro è imputabile perché non hanno compiuto 14 anni. Sono stati rintracciati dalla Polizia Locale in un piccolo accampamento vicino al luogo dell’investimento, dove sono scattate le perquisizioni della polizia locale. Della loro posizione si occuperà la Procura dei Minori di Milano.
Stefania Losito
(foto dal profilo Facebook di Cecilia De Astis)