Sono falliti i corridoi umanitari allestiti in Ucraina per favorire la messa in salvo della popolazione. La tregua, che doveva durare cinque ore, in realtà non c’è stata e questo ha portato a uno scambio reciproco di accuse tra Mosca e Kiev. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha attribuito ai nazionalisti ucraini il fallimento dell’evacuazione. Un’accusa respinta dal presidente ucraino Zelensky. Evacuazione tra caos e scambio di accuse anche a Volnovakha, mentre i russi continuano ad avanzare. Lunedì è in programma un terzo round di negoziati tra le parti e intanto, il premier israeliano, Naftali Bennett, è giunto a Mosca per incontrare Putin in un giorno sacro per gli ebrei come il sabato. Dopo un colloquio durato tre ore con il presidente russo, Bennett ha telefonato da Mosca a Zelensky per poi volare a Berlino, dove ha incontrato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.
Per il numero uno del Cremlino, intanto, le sanzioni alla Russia e l’eventuale imposizione di una ‘no-fly zone’ sull’Ucraina rappresentano una dichiarazione di guerra. A Kherson le forze russe hanno sparato colpi di avvertimento per disperdere una protesta a sostegno dell’integrità dell’Ucraina. Il Cremlino ha annunciato anche misure straordinarie per l’economia, ma Putin ha escluso il ricorso alla legge marziale. Le forze armate ucraine hanno ripreso il controllo di Mykolayv, città portuale nel Sud del Paese nella quale ieri erano entrati i russi.
Anche la Cina chiede intanto che i “combattimenti si interrompano il prima possibile, tutelando le vite umane ed evitando crisi umanitarie su larga scala”. Il governo di Pechino chiede che prevalga una soluzione pacifica attraverso il dialogo. Per Filippo Grandi, capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, dall’Ucraina potrebbero arrivare potenzialmente a un milione e mezzo di rifugiati entro questo fine settimana. Dall’inizio della guerra sono 11.323 i profughi giunti in Italia: 5620 donne, 1198 uomini e 4505 minori.
A Roma e in altre piazze di capitali e grandi città europee si sono intanto svolte manifestazioni per protestare contro la guerra. Il movimento “Cessate la guerra. Un’Europa di pace” ha mobilitato nella capitale italiana oltre 50mila persone e più di 200 organizzazioni. Dal palco il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha chiesto lo stop alla guerra, ma anche la costruzione di un nuovo modello sociale di sviluppo. Tantissime le manifestazioni anche in Svizzera, Croazia, Thailandia e a Londra e Berlino.
Nel frattempo, dopo la normativa russa che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità, la Rai ha sospeso i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa e l’Ansa ha sospeso il flusso di notizie dalla sede di Mosca. L’agenzia di stampa ha comunque fatto sapere che gli aggiornamenti saranno forniti attraverso la sede centrale e gli altri uffici di corrispondenza all’estero.
Vincenzo Murgolo