Nel rapporto criticata anche la gestione della variante Delta
La campagna vaccinale in Italia procede a rilento nonostante gli oltre tre milioni di dosi in frigo, mentre le forniture vedono un semestre che chiude a circa -20 milioni di dosi. A lanciare l’allarme è la fondazione Gimbe nel monitoraggio relativo alla settimana dal 16 al 22 giugno.
Nell’ultima settimana, si legge, sono state somministrate 3.751.029 dosi, per la prima volta in calo (-4,5%) rispetto alla settimana precedente. Al 23 giugno risultano consegnate circa 50 milioni di dosi, pari al 66% di quelle previste per il primo semestre del 2021. “È certo”, ha spiegato il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, “che non arriveranno 18,6 milioni di dosi entro fine mese”. Sul fronte della copertura, al 23 giugno il 54% della popolazione (pari a oltre 32 milioni di persone) ha ricevuto almeno una dose, mentre il 27,6% (oltre 16 milioni) ha completato il ciclo vaccinale.
Nel suo rapporto la fondazione Gimbe ha criticato anche la gestione della variante Delta, definita troppo attendista. “Occorre”, si legge, “attuare tempestivamente le misure raccomandate dal Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie: potenziare sequenziamento e tracciamento, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero e accelerare la somministrazione della seconda dose agli over 60 e ai fragili”. Secondo il report del Centro europeo, entro fine agosto la variante Delta sarà dominante e determinerà il 90% delle nuove infezioni. Criticata anche la condivisione delle informazioni da parte delle singole regioni, che secondo la fondazione Gimbe effettuano un sequenziamento troppo eterogeneo.
Nel mirino anche il numero di test effettuati. Dalla settimana 5-11 maggio a oggi, si legge nel rapporto, “il numero di persone testate si è progressivamente ridotto del 52,7%, passando da 662.549 a 313.122” e con “rilevanti e ingiustificate differenze regionali”.
Buone notizie arrivano invece dal fronte della pressione sugli ospedali. Negli ultimi due mesi e mezzo, ossia dal 6 aprile, si è infatti registrato un calo del 92,2% dei posti letto occupati in area medica e del 90,3% in terapia intensiva. In calo anche gli attuali positivi e le persone in isolamento domiciliare.
Vincenzo Murgolo