È di 13 morti, tra cui 4 donne e 4 bambini, e almeno 20 feriti il bilancio provvisorio degli attacchi israeliani la notte scorsa a Gaza. A riferirlo è il ministero della sanità della Striscia di Gaza, citato dall’agenzia di stampa ‘Wafa’. Tra le vittime ci sono anche tre alti comandanti della Jihad islamica. Si tratta, secondo fonti militari, di Khalil Bahitini, comandante delle Brigate al-Quds nel nord della Striscia, di Tareq Ezzaldin, portavoce del movimento, e di Jihad Ghanem, segretario del consiglio militare dell’organizzazione. Bahitini, secondo fonti militari, era il responsabile degli ultimi lanci di razzi verso Israele e stava “preparando ulteriori tiri”. A rimanere ucciso ci sarebbe anche un cittadino russo, come riferito dalla televisione ‘Russia Today’, citando fonti diplomatiche russe. Durante gli attacchi sono stati colpiti anche impianti per la produzione di razzi compressi e una struttura usata per produrre componenti per i tunnel dell’organizzazione. Distrutti anche sei centri militari e una postazione militare della Jihad.
Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha convocato per le 19 di stasera (le 18 italiane) il Gabinetto di sicurezza. Fonti governative hanno spiegato che gli attacchi sono stati effettuati “in risposta a un’incessante aggressione da parte della Jihad islamica”. Israele ha proclamato lo stato di allerta nell’area circostante la Striscia di Gaza nel timore di una risposta da parte della Jihad islamica. Le autorità di Gaza hanno ordinato la chiusura di tutti gli istituti scolastici nella Striscia. Il ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha definito l’attacco “un crimine atroce commesso dall’occupazione israeliana”, sollecitando anche un intervento da parte della Comunità internazionale.
Vincenzo Murgolo