Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto la richiesta della Procura decidendo di inviare alla Consulta gli atti del processo sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio 2016 in Egitto e trovato morto dieci giorni dopo. Il giudice ha chiesto alla Corte Costituzionale di esprimersi sulla questione relativa all’assenza degli imputati, quattro 007 egiziani, per superare lo “stallo” del procedimento sulla morte del ricercatore friulano.
“Da oggi c’è una speranza in più”, è stato il commento dei genitori di Giulio. “Speriamo – hanno detto – che questa sia la volta definitiva e che venga sancito che questo processo si può e si deve fare”. I quattro agenti degli apparati di sicurezza egiziani coinvolti sono accusati di sequestro di persona, (uno di loro risponde anche di lesioni e concorso nell’omicidio). Nella scorsa udienza, il 3 aprile, la procura di Roma aveva chiesto l’invio degli atti alla Corte Costituzionale per superare la stasi legata alle mancate notifiche ai quattro 007 egiziani imputati. Il procuratore capo, Francesco Lo Voi, aveva sollevato in aula la questione di costituzionalità legata all’articolo 420 bis del codice di procedura penale, nella parte in cui prevede che l’assenza di conoscenza del processo da parte di un imputato, derivi dalla mancata cooperazione di uno Stato estero.
Anna Piscopo