C’è anche un adolescente di Lecce tra gli otto minorenni perquisiti in sette città dalla polizia postale e dalla Digos che si scambiavano su telegram notizie e consigli sulla fabbricazione e l’uso di armi e molotov. Portavano le armi anche a scuola. Nelle chat raccontavano di “andare in giro con coltelli e a volte persino con pistole a salve o da softair, e pubblicavano foto e video che mostravano armi da taglio, da sparo e da softair, esposte in posa o durante l’effettivo utilizzo. Nelle loro discussioni su Telegram richiedevano informazioni e consigli su come confezionare molotov, esplosivi e detonatori, pubblicando anche foto degli ordigni realizzati”.
“Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano […] io sono andato con un multitool con coltello, rischiato molto di andare al minorile […] Io portavo quello a scatto nel giubbino”. Sarebbero alcune delle frasi postate nelle chat da cui emerge, secondo le indagini, che alcuni dei ragazzi avrebbero riferito di aver portato a scuola armi, vere o a salve.
Stefania Losito