Il Prodotto interno lordo della Puglia, fino al 2024, ha regalato alla regione lo status di reginetta della crescita, con un +6,3 nel periodo 2019-2023. Nel 2024, però, arriva la batosta: negativa è infatti la view degli imprenditori locali che prospettano per l’anno in corso uno scenario macroeconomico meno favorevole rispetto allo scorso anno, soprattutto per le ripercussioni dei tagli alle agevolazioni fiscali e agli incentivi. Emerge dallo studio di Banca Ifis ‘Il market watch regionale. Leadership nell’innovazione: la sfida delle imprese pugliesi’ presentato nella tappa pugliese del roadshow nazionale Innovation Days, del Sole 24 Ore e dei Giovani imprenditori di Confindustria.
La previsione di fatturato 2024 delle Piccole e medie imprese locali è in calo rispetto al 2023 del – 1,5%, ripetto a una media nazionale del -0,8%. Un risultato chiaramente condizionato dai costi di produzione, dalle materie prime al personale, la cui consistenza è prevista in diminuzione in una pmi su cinque.
D’altro lato, però, dallo studio emerge un’evoluzione dei ricavi che proviene sostanzialmente dalla competitività del prodotto e della tecnologia, due fattori considerati il volano della crescita economica di un’impresa. E’ per questo che, nonostante tutto, due imprenditori su 10 prevedono di aumentare i ricavi, sia nel 2024 sia nel 2025, mentre altri 6 li manterranno costanti. La resilienza delle Pmi locali – sottolinea una nota – passa soprattutto attraverso interventi in sostenibilità e innovazioni di processo, la cui penetrazione risulta più elevata di quella nazionale (nel caso delle innovazioni in sostenibilità il vantaggio è di ben 9 p.p. sulla media nazionale).
Favorite dalla posizione geografica della Regione, considerata naturale porta d’accesso al Mediterraneo, metà delle Pmi
pugliesi esportano: per queste, dal mercato estero deriva il 40% del fatturato (quota prevista in aumento da un’azienda
esportatrice su cinque).
Stefania Losito