
Ecoreati, Puglia terza ma è prima per numero di arresti e per inquinamento ambientale. In tutto il Paese sono quasi 7mila gli illeciti penali da giugno 2015, con una media di uno ogni 3 controlli effettuati, e oltre un miliardo di euro di beni sequestrati. E’ il bilancio di Legambiente e Libera sugli Ecoreati negli ultimi dieci anni in Italia: quasi la metà sono stati riscontrati nelle 4 regioni “a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria”.
Il bilancio è stato elaborato nel decimo anniversario della legge sugli ecoreati e in vista dell’appuntamento con “ControEcomafie”, la conferenza nazionale promossa dalle due associazioni, in collaborazione con l’Università Roma Tre e l’associazione “Casa Comune”, in agenda il 16 e 17 maggio a Roma. Nei quasi dieci anni esaminati sono 21.169 i controlli effettuati, 12.510 le persone denunciate e 556 quelle arrestate.
Dai dati raccolti, grazie alla collaborazione con tutte le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto, emerge che il delitto più accertato è l’inquinamento ambientale che prima della legge non era contemplato in Italia. Segue l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti mentre il terzo delitto più accertato è per disastro ambientale. Poi ci sono i delitti colposi contro l’ambiente e l’omessa bonifica, due fattispecie nuove nel sistema penale italiano ma molto significative per le loro implicazioni con il ruolo delle imprese, spiegano le due associazioni in una nota. Infine, per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale sono stati accertati 19 reati.
“I dati raccolti confermano l’importanza di una legge approvata dopo 21 anni di ritardi. Una riforma di civiltà in nome del popolo inquinato – sottolineano Legambiente e Libera – grazie alla quale da allora tante denunce sono diventate processi e sono arrivate le prime sentenze definitive. Ora si approvino le leggi che mancano all’appello, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente”.
Stefania Losito