I carabinieri: non sono da escludere altri indagati
Se ormai le indagini hanno fatto abbastanza chiarezza sul perché i freni della funivia del Mottarone non si siano attivati, si continua su un binario parallelo per capire come si sia spezzata la fune traente.
Sono infatti due le cause, concatenate tra loro, che domenica hanno portato alla tragedia e alla morte di 14 persone.
Lo ha confermato il capitano Luca Germinale, comandante dei carabinieri di Verbania.
“Un binario delle indagini è quello relativo ai freni – ha detto – al quale in qualche modo abbiamo messo un punto. Adesso c’è il secondo binario, che riguarda la rottura del cavo”. Un evento molto raro nell’esperienza italiana, ha voluto precisare il ministro alle Infrastrutture Giovannini. “Una riduzione della tensione o un suo annullamento dovuto alla rottura della fune traente provoca automaticamente l’intervento del freno e l’arresto del veicolo” ha detto Giovannini.
“Per quanto riguarda i controlli sui cavi svolti dal gestore per mezzo di una società incaricata – ha aggiunto il ministro – questi sono stati effettuati a luglio del 2017 e successivamente, tra novembre e dicembre 2020”.
Ora devo essere gli inquirenti a fare chiarezza anche su questo aspetto della tragedia. Un’attività un bel po’ più complessa, ha detto il capitano Geminale, che prevede più fasi, più tipologie di analisi: documentale, del posto, tecniche. “È chiaro che all’emergere di nuovi elementi – ha sottolineato – potrebbe esserci la conseguente iscrizione di altre persone tra gli indagati”.
Gianvito Magistà