Gli esteti del calcio si affannano nel ribadire un concetto: se giochi bene, sei in una botte di ferro. A lungo termine, con la qualità della manovra, i risultati arrivano. Sacchi è il “lider maximo” della rivoluzione anti trapattoniana; Mancini ne è degno discepolo. Il c.t vive con serenità la vigilia di Italia – Lituania, gara valida per le qualificazioni ai mondiali. Apre la conferenza e condivide un pronostico scacciapensieri: “Con tre vittorie siamo ai mondiali”.
La nazionale sa giocare a calcio. Ha calciatori invidiati dalle grandi corazzate del mondo. Anche dai funambolici sudamericani, per la verità più giocolieri e meno concreti di noi, “presente escluso”. Lo si è visto contro la Bulgaria; domenica contro gli elvetici, poi, gli azzurri hanno stravinto ai punti. Manca il gol, ma l’antidoto c’è: il collettivo. Mancini lo sa. E’ certo che arriverà già domani, anche se dovrà rinunciare a Pellegrini e Verratti ( tornati nei rispettivi club), mentre Immobile e Zaniolo hanno saltato l’allenamento per un risentimento muscolare. Si scalda l’attacco tutto grinta e fantasia. Il falso nove è una suggestione che incanta. Scamacca o Raspadori sono le alternative che allargano le prospettive…in vista del Qatar.
Michele Paldera
credits, foto da profilo ufficiale Facebook FIGC