Eitan Biran, il bimbo di sei anni, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone il 123 maggio scorso è stato vittima ieri di quello che sembra a tutti gli effetti un rapimento da parte del nonno materno, Shmuel Peleg, che lo avrebbe portato in Israele. “È stata una doccia fredda, avevo sconsigliato di fare questa guerra sulla pelle del minore” ha detto Franz Sarno, legale dell’uomo. Intanto la Procura di Pavia di Pavia ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona.
Al nonno era stata concessa una visita, ma alle 18,30 non ha riportato il piccolo nella casa di Travacò Siccomario, in provincia di Pavia, della zia paterna, Aya Biran, nominata dai giudici tutrice legale. L’uomo infatti è partito a bordo di in volo privato diretto verso Israele per “consegnarlo” al ramo materno della famiglia. Un gesto “gravissimo” o hanno definito gli altri parenti, tra cui la corella del papà morto durante l’incidente della funivia.
“Abbiamo agito per il bene di Eitan” ha detto la zia materna, Gali Peleg. La pensa in modo diverso la zia paterna che ha parlato di “azione criminale”, oltre che di “giudici ignorati”. La donna ha inoltre ricordato che il nonno è stato già condannato per maltrattamenti in famiglia e si è detta preoccupata perché domani Eitan domani sarebbe dovuto andare a scuola e sottoporsi ad alcune visite mediche.
Resta invece fissata per il 22 ottobre al Tribunale per i minorenni di Milano un’udienza sul “reclamo” contro la nomina della tutrice. Il Tribunale di Pavia, aveva già ordinato alla famiglia Peleg di consegnare ad Aya entro il 30 agosto il passaporto israeliano del bambino che, invece, era in
possesso, per motivi non chiari, del nonno materno. Ed è proprio grazie a questo passaporto che nonno Peleg sarebbe riuscito a passare i controlli.
Anna Piscopo