Precipita la crisi in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza dei separatisti filo-russi del Donbass. Una decisione che rischia di far prendere all’Europa misure molto pesanti. Il cancelliere tedesco Scholz e il presidente francese Macron, che hanno tenuto vivo il dialogo con Putin nelle ultime ore si sono detti delusi.
“L’Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura”, ha detto Putin in diretta tv nazionale, aggiungendo che “l’Ucraina ha già perso la sua sovranità, diventando serva dei padroni occidentali”. I leader russo si è scagliato in maniera durissima contro l’Occidente: “In Ucraina le armi occidentali sono arrivate con un flusso continuo, ci sono esercitazioni militari regolari nell’ovest dell’Ucraina, l’obiettivo è colpire la Russia e i sistemi di comando delle truppe ucraine sono già integrati con la Nato”.
Putin ha poi firmato il riconoscimento del Donbass alla presenza dei due leader separatisti di Donetsk e Lugansk. A questo punto sembra sempre più difficile un incontro con il presidente statunitense Joe Biden, che a sua volta ha già parlato telefonicamente, per 35 minuti, con il presidente ucraino Zelensky. Gli Usa hanno fatto sapere che Biden sta per firmare un ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti, attività commerciali e finanziarie da parte degli americani per, da o nelle cosiddette regioni separatiste dell’Ucraina. E presto annunceranno, inoltre, “misure aggiuntive legate alla sfacciata violazione degli impegni internazionali della Russia”.
Sanzioni contro la Russia sono state promesse anche dall’Unione europea. “L’Ue ribadisce il suo incrollabile supporto all’indipendenza, alla integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina nell’ambito dei confini internazionalmente riconosciuti. L’Ue reagirà con sanzioni dirette nei confronti di chi è coinvolto in quest’azione illegale”. È quanto si legge in una dichiarazione congiunta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio Ue Charles Michel.
In giornata l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell aveva già avvertito che l’Europa è pronta a reagire come un unico fronte in caso di riconoscimento da parte della Russia dei separatisti del Donbass. Dall’Inghilterra, il premier Johnson, ha parlato di “segnale oscuro”.
Condanna anche da parte del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: “Ciò mina ulteriormente la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, erode gli sforzi per una risoluzione del conflitto e viola gli accordi di Minsk”, ha detto.
L’Italia, per voce del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sostiene l’integrità e la sovranità dell’Ucraina. Quello che è successo “costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica” ha detto il ministro. Di Maio ha anche fatto sapere che il Governo è pronto a riferire in Aula sulla crisi ucraina. “L’Italia è in costante contatto con i partner europei e atlantici per coordinare la risposta all’annuncio del Presidente della Federazione Russa”, ha aggiunto il ministro.
Intanto nel sud-est dell’Ucraina si sta già combattendo. Due soldati ucraini sono rimasti uccisi e quattro feriti in bombardamenti dei separatisti secondo la polizia ucraina. I secessionisti di Lugansk, invece, hanno denunciato il tentativo di attentato contro “il capo dell’ufficio di rappresentanza della Repubblica, che è rimasto ferito nell’esplosione della sua auto”.
Gianvito Magistà