E’ una questione medica. La chiama così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, quella che riguarda “il grave disagio dei medici, sottoposti a superlavoro, a turni infiniti, senza possibilità di fruire dei riposi previsti dalla legge, o delle ferie”, e che è stata già sottoposta al ministro della Salute Roberto Speranza e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in una Conferenza dedicata. Anelli ha fatto riferimento al collega Giovanni Buccoliero, 61 anni, morto improvvisamente ieri mentre stava visitando i pazienti nell’ospedale Giannuzzi di Manduria, nel Tarantino. “Vicinanza, da parte del Comitato Centrale Fnomceo e di tutti i presidenti d’Ordine, riuniti in Consiglio Nazionale, alla famiglia del collega. Vicinanza anche al presidente dell’Ordine dei Medici di Taranto, Cosimo Nume, e a tutta la comunità medica tarantina”, ha detto il presidente in apertura del Consiglio nazionale in corso a Roma. E’ stata avanzata l’ipotesi secondo la quale la morte del medico possa essere collegata allo stress correlato al lavoro.
“L’errata programmazione delle Regioni, unitamente al blocco delle assunzioni legato al tetto di spesa del fondo per il personale, fermo al 2004 – ha aggiunto – ha determinato una drammatica carenza di personale. E’ inaccettabile che siano gli operatori sanitari a scontare questi errori con la salute e, persino, con la vita”.
La sicurezza sul lavoro, conclude Anelli, “è, per tutti, un diritto costituzionalmente tutelato. Per i medici, deve esserlo
a maggior ragione, perché è presupposto della sicurezza delle cure. Laddove le carenze di personale sono gravi, è meglio chiudere l’ospedale e concentrare i professionisti nelle altre strutture, piuttosto che assistere a conseguenze drammatiche”.
Stefania Losito