È arrivato ad oltre 21 mila vittime il bilancio del terremoto che lunedì scorso ha colpito la Turchia meridionale e la Siria, dove si scava ancora mentre il numero degli sfollati è incontenibile. L’ultimo conteggio registra 17.674 morti in Turchia e 3.377 in Siria, portando il totale delle vittime confermate a 21.051. Nella serata di ieri un bambino di 10 anni è stato estratto vivo dalle macerie a 90 ore dal crollo. Si trovava sotto le macerie di un appartamento di 7 piani a Hatay. Per salvare il bimbo i soccorritori hanno scavato una galleria: il bambino era sotto un blocco di cemento e, con l’approvazione dei parenti, si è deciso di amputargli un braccio con un’operazione eseguita sotto le macerie.
Intanto, dopo quasi cinque giorni dal terremoto, un convoglio di sei camion dell’Onu è entrato nei devastati territori siriani nord-occidentali, fuori dal controllo governativo e più vicini al confine turco, dove decine di località risultano ancora isolate dai soccorsi. La zona più colpita è quella di Afrin e di Idlib. I bilanci vengono aggiornati di ora in ora, ma i soccorritori nel remoto nord-ovest, raggiungibile di fatto solo dalla Turchia, ribadiscono di non avere i mezzi per scavare in quello che definiscono “un tappeto senza fine di macerie”.
Finora sono state registrate in totale 650 scosse di assestamento. Il segretario generale Antonio Guterres ha preannunciato un appello per il sostegno dei donatori alla popolazione siriana colpita. Attivato anche un meccanismo europeo, ha fatto sapere l’Ue, per l’aiuto umanitario a Turchia e Siria. Italia e Romania hanno già presentato un piano che prevede la fornitura di tende, sacchi a pelo, materassi, letti, alimenti e vestiti invernali.
Michela Lopez