Riaperto in serata l’aeroporto di Kabul per consentire il proseguimento dei rimpatri dopo la conquista della capitale afghana da parte dei talebani, che ha seguito di poche ore la fuga del presidente Ashraf Ghani. Nella notte sono arrivati in Afghanistan altri 3000 soldati americani, ma il Dipartimento di Stato ha comunque invitato i cittadini a rimanere al riparo e a evitare la zona dell’aeroporto. Secondo il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, 3300 cittadini afgani sono stati evacuati nelle ultime ore dai militari del Regno Unito. Raab ha poi precisato che prosegue anche il rimpatrio di cittadini britannici tuttora presenti in Afghanistan, con altre 150 persone rientrate solo domenica. Ieri dieci persone sono morte nel tentativo di lasciare il Paese, anche aggrappandosi a un aereo in decollo. Lo scalo è stato preso d’assalto, tanto che, a più riprese, le forze di sicurezza americane si sono trovate costrette a doverlo chiudere sospendendo tutti i voli. Un volo dell’aeronautica militare italiana, organizzato dalla Farnesina, è riuscito a mettere in salvo 74 persone, compresi diplomatici ed ex collaboratori afghani del contingente e della cooperazione italiana. All’arrivo a Fiumicino, hanno raccontato: “Ho paura per chi ha lavorato con noi ed ora sta per morire. I talebani li cercano casa per casa”.
Intanto, dopo le polemiche per aver deciso il ritiro, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha difeso la scelta.“Dovevamo sconfiggere Al-Qaeda, non costruire una nazione”, ha spiegato, aggiungendo poi che “nulla sarebbe stato peggio che passare la responsabilità a un altro presidente”. Una guerra troppo lunga che l’esercito afghano, ha aggiunto Biden, non ha voluto combattere nonostante i mezzi a disposizione. L’inquilino della Casa Bianca ha però minacciato i talebani di una “risposta devastante” in caso di interferenze nelle operazioni di evacuazione. Parole che hanno suscitato la reazione di Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri cinese, secondo cui “l’obiettivo degli Stati Uniti non è stato affatto quello di ricostruire in Afghanistan”. “La loro forza”, ha aggiunto, “è la distruzione, non la costruzione”.
Oggi è prevista la riunione del consiglio degli Esteri dell’Unione Europea, mentre il primo ministro inglese, Boris Johnson, ha già chiesto un G7 ad hoc. Sul tavolo, oltre alla disfatta politica e diplomatica, ci sarà anche la gestione delle migliaia di profughi in arrivo verso l’Europa. I talebani, dal canto loro, sono impegnati a Doha in discussioni sul futuro governo con la comunità internazionale e i partiti politici presenti in Afghanistan. A darne notizia è il portale ‘Tolo News’. La Russia, invece, continua a mantenere i contatti con tutte le parti politiche afghane, come riferito da Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca. “Esiste una pertinente risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2020, che suggerisce ai Paesi di mantenere i contatti con tutte le parti”, ha dichiarato al canale televisivo Rossiya-24. Messaggi distensivi nei confronti dei talebani sono arrivati anche dal governo turco. “Riteniamo che i messaggi dati finora dai talebani agli stranieri, alle missioni diplomatiche e alla popolazione siano positivi”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu. Ieri i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, in una dichiarazione unanime, hanno chiesto “l’immediata cessazione di tutte le ostilità in Afghanistan e l’istituzione, attraverso negoziati, di un nuovo governo che sia unito, inclusivo e rappresentativo, anche con la partecipazione piena, equa e significativa delle donne”. I Quindici hanno sottolineato che “devono essere garantite la continuità istituzionale e il rispetto degli obblighi internazionali dell’Afghanistan, nonché la sicurezza e l’incolumità di tutti i cittadini afghani e internazionali”.
Vincenzo Murgolo
(Foto: pagina Facebook della Casa Bianca)