Il tontolone con gli occhi al cielo, Leo del film “Un sacco bello” che incappava la bella Marisol in vacanza a Roma, il Manuel Fantoni del “cargo che batteva bandiera liberiana” di Borotalco, Furio di “Bianco rosso e Verdone”, l’Ivano del ”O famo strano?” di ‘Viaggi di nozze’ compie 70 anni.
Annunciando il compleanno a cifra tonda e i relativi festeggiamenti ufficiali sul suo profilo Instagram,
l’attore-regista-sceneggiatore citando Bruce Springsteen scrive: “Che dirvi? So’ tanti Ma la mente e’ lucida, lo spirito positivo, le anche robuste. Quindi la corsa continua! Born to run finche’ potro'”.
Ventisette film da regista, trentanove da attore, con l’ultima fatica ‘Si vive una volta sola’ fermato dal Covid,
Verdone, ha una carriera quarantennale sul grande schermo premiata con un infinita’ di riconoscimenti, tra cui nove David di Donatello, il cinema l’ha respirato in casa: figlio di Mario, celebre critico cinematografico, docente universitario e dirigente per molti anni del Centro sperimentale di cinematografia, scomparso nel 2009, gia’ da ragazzino Verdone, ha conosciuto registi del calibro di Michelangelo Antonioni, Vittorio De Sica, Rossellini, passando pure i suoi pomeriggi, insieme al fratello Luca al cineforum a vedere i capolavorin della storia del cinema ma anche a nutrirsi di Jimi Hendrix e
dintorni.
La chitarra elettrica oggi resta una sua passione, affiancata da quella di fotografare le nuvole (ha realizzato oltre mille scatti, parte dei quali recentemente esposti al museo Madre di Napoli) e alla scrittura di poesie
crepuscolari, che assecondano la sua vena malinconica. Laureato in Lettere con indirizzo storico-religioso e molti esami sul vicino Oriente antico, era pronto alla carriera universitaria se la vita, come ha raccontato, non avesse scelto per lui. Merito della videocamera comprata da Isabella Rossellini con cui a 19 anni gira il cortometraggio ‘ ‘Poesia solare’ , seguito da altre due produzioni underground dopo le quali si diploma nel 1974 al centro Sperimentale di Cinematografia con un saggio di regia tratto da Cechov. La svolta di carriera arriva con una giravolta di genere, dai classici della letteratura al cabaret con i tipi da bar e da quartiere portati in scena nel ’76 al teatro Alberichino di Roma, una cantina da una quarantina di posti dove
presenta una serie di personaggi ispirati alla gente che incontra ogni giorno. Il tam tam cittadino, antesignano della viralita’ social odierna fa accorrere il pubblico e la fama di quello spettacolino lo porta in tv, a ‘Non stop’ accanto ad altri protagonisti di sketch poi diventati pezzi da novanta, come Massimo Troisi e Francesco Nuti. La svolta cinematografica arriva con Sergio Leone che lo aiuta a pensare alla sceneggiatura di ‘Un sacco bello’ il film dell’80 che segna il suo debutto cinematografico da regista, e la creazione di maschere poi perfezionate e arricchite in ‘Bianco, rosso e Verdone’ storia di tre indelebili personaggi in viaggio per votare: Furio, il nevrotico e snervante marito di Magda e padre di AntonGiulio e AntonLuca, l’infantile Mimmo in viaggio con la strepitosa nonna Lella Fabrizi, e l’emigrato lucano che rientra da Monaco. I suoi personaggi sono talmente iconici da essere diventati maschere di Carnevale. “Ne sono felice, perche’ significa che sono entrati nell’immaginario collettivo, cosi’ come i tormentoni tipo ‘Ofamo strano?” di ‘Viaggi di nozze’, citato pure nei titoli dei giornali, per i piu’ svariati argomenti”, ha commentato Verdone, raccontando di essere affezionato a tutti ma soprattutto al coatto romano e che Furio se lo invento’ mixando la pignoleria di un suo zio ai tratti di un suo professore di latino e greco.
Aspettando l’uscita del suo ultimo filn, Verdone non si e’ accontentato di passare il tempo su Facebook, dove spopola, e su Instagram, ma ha scritto la sua prima serie tv: si chiama ‘Vita da Carlo’, e’
una sorta di autoanalisi in dieci puntate per Amazon Prime Video dove raccontera’, romanzandola, la sua vita. Verdone spera di poter cominciare a girarla il prossimo marzo.
Angela Tangorra