Un poliziotto a cavallo e Fedez che vomita un arcobaleno. La copertina dell’ultimo album del rapper, Pop-Hoolista, ha suscitato perplessità nell’ufficio brevetti del ministero dello Sviluppo economico che ha chiesto spiegazioni ritenendo l’immagine di copertina “contraria all’ordine pubblico perché ritrae un poliziotto e al buon costume perché c’è la scena del vomito”. Una comunicazione che ha fatto andare su tutte le furie il cantante: “Si vede che gli uffici del Ministero hanno molto da fare, complimenti, quindi siamo ufficialmente fuorilegge?”, si è chiesto in un video pubblicato su Facebook in cui mostra la nota del Ministero assistito dal suo avvocato che dice: “Vogliono ostacolarci”. “Il ministero dello Sviluppo economico ha dichiarato fuorilegge la copertina del mio album!”, scrive Fedez che raccoglie su Facebook 50 mila like, lanciando l’hashtag #hocompratounalbumillegale che scala le classifiche di Twitter. A Fedez non è bastata neanche la precisazione del Ministero: “I contenuti – precisa una nota – ed in particolare l’immagine di un poliziotto che sembra picchiare un personaggio che sta vomitando, sono sembrati all’Ufficio italiano dei marchi e dei brevetti come non rispondenti alla normativa che regola la tutela dei brand”. Una normativa che recita: “Non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa i segni contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume”. Fedez ha due mesi di tempo per rispondere nel frattempo l’album puo’ tranquillamente restare in circolazione ed essere venduto. Fedez però non si lascia scappare la formidabile occasione per sfruttare al massimo la situazione parlando di “censura” e mostrando in video una maglietta “Obey”, in vendita in tutto il mondo, che ritrae un maiale vestito da poliziotto: “Se è illegale un poliziotto che cavalca un pony figuriamoci un maiale col cappello da poliziotto”, dice. Poi scrive: “Un’azione che, a esser buoni, ha il sapore dell’ottusità retrograda e, a voler essere maliziosi, puzza di censura: limitare l’espressione altrui è da sempre l’ultima spiaggia di chi non ha nulla da dire. Paese delle meraviglie ma io non mi meraviglio!”. Intanto, censura o no, la pubblicità, gratuita, è assicurata.
Maurizio Angelillo