L’accoglienza dei rifugiati ucraini in Italia porta alla luce dati da non sottovalutare dal punto di vista sanitario. Rispetto agli altri Paesi europei, in Italia i vaccinati sono l’84%, la nazione con i numeri più alti. In Ucraina, la percentuale di non vaccinati arriva al 63,8%. A evidenziarlo è la Fondazione Gimbe, da cui arriva l’appello: “Il dato ucraino non deve essere
sottovalutato, considerata la drammatica situazione, che porterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese”. “I piani del Governo per accogliere queste persone – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – dovranno includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni”.
Tra i primi a sottoporre i rifugiati ucraini a vaccinazione anti-Covid i veneti. “La macchina sanitaria attivata dalla Regione per la prima assistenza ai profughi ucraini che giungono in Veneto funziona- ha detto il governatore Luca Zaia – Alla serata di ieri, ai vari punti tampone, si erano presentate 211 persone, delle quali 56 sono un folto gruppo di bambini arrivati a Rubano nel padovano”. “Tra queste persone – riferisce Zaia – sono stati trovati 10 positivi al Covid e sono scattate tutte le misure previste dai protocolli con l’isolamento, come nel caso delle 13 persone ospitate nella struttura di Valdobbiadene nel trevigiano. In molti casi, peraltro – conclude Zaia – si tratta di profughi in famiglia per ricongiungimenti o in strutture messe a disposizione di associazioni”.
Stefania Losito