Spegne le polemiche il ministro per gli Affari europei con delega al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), Raffaele Fitto. Non c’è nessuna difficoltà, assicura, si procede “benissimo”. Le opposizioni insistono perché l’esecutivo riferisca in Aula, ma soprattutto l’Europa, che ha concesso a Roma un altro mese per chiarire su tre nodi finiti nel mirino e da cui dipende la terza tranche da 19 miliardi, ha bisogno di certezze e chiarimenti.
Fitto ha scelto la via della sdrammatizzazione anche nei confronti dell’alleata Lega che aveva suggerito di rinunciare a una parte dei fondi, piuttosto che spenderli “a caso”, come aveva detto Molinari. Claudio Borghi aveva puntualizzato: se i progetti non si realizzano è un problema. E al ministro salentino tocca anche respingere le critiche che attribuiscono i ritardi sul Piano alle modifiche alla governance apportate dal decreto Pnrr in discussione al Senato: “Leggo da molte parti che aver modificato la governance ha comportato ritardi. Mi permetto di sottolineare che il
decreto deve ancora entrare in vigore”. Quello che sta facendo il governo è “prendere atto di cosa è possibile e cosa impossibile fare”, spiega Fitto: dove ci sono elementi di criticità, “bisogna ragionare serenamente”, puntando ad una “collocazione dei progetti in programmi dove non rischiano di perdere il finanziamento”. Meloni aveva anche parlato di una “rimodulazione del Piano”. Ed effettivamente, per Fitto, l’idea è quella di procedere con una “visione complessiva”, ragionando parallelamente sul Pnrr e sulle politiche di coesione che hanno un orizzonte temporale più lungo e senza scadenze ravvicinate, spiega il ministro, ricordando che la possibilità di modificare il piano è nel regolamento, ma “nessuno aveva idea quando è stato scritto che potesse scoppiare una guerra con la conseguente crisi energetica”.
Alle opposizioni che tornano in pressing perché il governo chiarisca in Aula, Fitto ribadisce la propria disponibilità e
aggiunge: “stabilirà il Parlamento quando”. Una prima occasione potrebbe comunque essere già la prossima settimana quando il dl Pnrr approderà in Aula a Palazzo Madama. Rassicurazioni sull’avanzamento del Piano arrivano intanto anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che si dice “sereno e fiducioso”: “per quanto riguarda la sanità rispetteremo tutti i tempi”. Il tema però preoccupa anche i governatori: il presidente della Liguria Giovanni Toti suggerisce di andare verso un “modello cinese”; il governatore lombardo Attilio Fontana propone di spostare le risorse di chi non è in grado di fare le opere “a chi ha già i progetti e potrebbe realizzarli”. Per il Pd la maggioranza è “nel totale caos” e il M5s invoca subito un tavolo con le opposizioni.
Stefania Losito