Centinaia le persone arrestate
Centinaia di arresti compiuti tra Unione Europea, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda grazie all’infiltrazione della polizia in un’app utilizzata per lo scambio di messaggi in codice tra criminali. È il bilancio di una maxi-operazione condotta dalle forze dell’ordine, che sono riuscite a decodificare in tempo reale e per tre anni migliaia di comunicazioni crittografate. 224 le persone arrestate dalla polizia australiana, 35 dalla polizia neozelandese, che ha descritto l’operazione come la più sofisticata al mondo contro il crimine organizzato.
Grazie a un’applicazione chiamata ‘ANoM’ i criminali di tutto il mondo comunicavano in modo criptato senza sapere che era controllata dall’Fbi. L’applicazione era installata sui telefoni cellulari privi di altre funzionalità e scambiati al mercato nero. In Australia, secondo la polizia, i messaggi riguardavano soprattutto progetti di assassinio e traffico di droga e armi, in Nuova Zelanda anche il riciclaggio di denaro sporco.
“Fondamentalmente”, ha spiegato Reece Kershaw, capo della polizia australiana, “i criminali si sono ammanettati l’un l’altro abbracciando e fidandosi di ANoM e comunicando apertamente con esso, non sapendo che li stavamo ascoltando tutto il tempo”.
Vincenzo Murgolo