Erdogan ammette errori nei primi soccorsi
Si aggrava il bilancio del terremoto in Turchia e Siria. Le vittime ufficiali del sisma, complessivamente tra le due nazioni, hanno ormai superato quota 11.500.
Si tratta, però, di numeri destinati ancora a crescere: per l’Oms potrebbero essere state colpite 23 milioni di persone, di cui quasi un milione e mezzo di bambini. I feriti sono circa 40.000.
Il presidente turco fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi per il violento terremoto che ha scosso la Turchia dopo le critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite. “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando piu’ facili. Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha detto, in visita nei luoghi colpiti dal sisma – Lo Stato sta facendo il suo lavoro”.
All’appello, inoltre, mancano ancora migliaia di persone che risultano disperse. Tra di loro c’è anche l’italiano Angelo Zen, che la Farnesina non è riuscita a rintracciare. “Continuiamo a cercare il nostro connazionale – ha detto il ministro degli Esteri Tajani – la nostra unità di crisi è al lavoro, siamo in contatto con la protezione civile turca. Angelo Zen avrebbe dovuto incontrare un socio turco la mattina dopo il terremoto, ma la notte c’è stato il sisma, quindi non si sono visti. Non ci sono collegamenti telefonici, purtroppo è tutto molto complicato dalla vastità dell’area colpita, non è facile raggiungere le persone, si sta vivendo un momento drammatico”.
Intanto si continua a scavare e più volte si è rinnovato il miracolo dei sopravvissuti, soprattutto bimbi. Le storie più incredibili sono quelle della neonata trovata viva sotto le macerie, ancora legata dal cordone ombelicale alla madre, che invece ha perso la vita. Poi c’è la storia di una bambina di 8 anni salvata dopo essere rimasta intrappolata sotto le macerie per 40 ore a Salqin, una città nel nord ovest della Siria. Le immagini del Guardian mostrano il recupero da parte dei soccorritori della piccola con gli occhi sbarrati per lo choc, ma in buone condizioni di salute. I Caschi Bianchi in Siria, che hanno condotto operazioni di soccorso nel nord-ovest del Paese martoriato dalla guerra civile, hanno scritto sui social media che quattro dei loro volontari e le loro famiglie sono tra le vittime del terremoto.
I sanitari toscani arrivati nella provincia di Hatay, in Turchia, dopo il terremoto dei giorni scorsi “stanno lavorando da stamattina su due palazzi di cinque e sette piani ridotti a un cumulo di macerie. Hanno trovato diversi morti, ma anche un ragazzo di 20 anni ancora in vita, ma incastrato sotto le macerie. E’ da oltre quattro ore che stanno cercando di tirarlo fuori, ma la situazione e’ molto delicata”. E’ quanto racconta Piero Paolini, responsabile della Cross (Centrale operativa remota operazioni soccorso sanitario) di Pistoia che e’ in contatto con i due medici e i sette infermieri
arrivati ieri sera sul posto.
Gianvito Magistà