Corrado Zunino, corrispondente de la Repubblica in Ucraina, è ricoverato ma sta bene. Poche ore fa, il giornalista è stato vittima di un agguato di cecchini russi alle porte di Kherson. Zunino è rimasto ferito ma sta bene, mentre il suo collaboratore, Bogdan Bitik, non ce l’ha fatta ed è morto: lascia la moglie e un figlio. Il giornalista italiano, “dopo essere stato ferito, è riuscito a mettersi in salvo trascinandosi lontano dal veicolo: è stato prelevato da un’auto che si trovava in zona e portato all’ospedale di Kherson”, dove è stato ricoverato. “I due reporter – si legge su Repubblica.it – viaggiavano facendosi chiaramente riconoscere come giornalisti, indossando il giubbotto con la scritta ‘Press’. Entrambi hanno lavorato a lungo sul conflitto in Ucraina”.
“Non capisco come sia stato possibile – racconta in un’intervista Zunino, stamani – la macchina l’avevamo lasciata nella rampa di accesso al ponte. Io ho un giubbotto blu con scritto molto in grande press e i due militari ucraini che ci hanno detto di andare via avevano capito che eravamo giornalisti. Ma i russi sparano su qualunque cosa, hanno sparato su dottori e ora sparano sulla stampa. Ho perso il conto di giornalisti e fotografi scomparsi o morti”. “Non ci siamo mai esposti – spiega Zunino – a rischi gratuiti. Non c’era un’atmosfera di guerra, su quel ponte c’era silenzio. Ora sono in un ospedale militare al sud del paese, ho 4 ferite lievi. Ma tra poche ore può avviarsi il trasferimento per il mio rientro in Italia”.
“Sto bene – continua il giornalista – ma sono addolorato per aver perso un amico. Con Bogdan Bitik, il mio collaboratore, ho fatto 5 missioni, lo conosco da quando sono arrivato in Ucraina per la prima volta. Lui era rientrato in Ucraina dall’Indonesia dove ha una moglie e un figlio, con la moglie ho appena parlato. Tutte persone straordinarie, gentili e generose”. “Era Bogdan – racconta Zunino – che guidava l’auto quando eravamo in giro, parlava ai check point in ucraino, mi aiutava a tradurre le interviste. Ieri eravamo sul ponte di Kherson dalla parte in mano ucraina, era stato lui a propormi di fare un video. Due militari ucraini all’inizio del ponte ci hanno detto di andare via e siamo andati via subito. Tra loro continuavano a dire “Press press”, quindi ci avevano identificati come giornalisti. Dopo sei secondi ho sentito bruciare la spalla, ho sentito solo un fischio, lo stesso proiettile che ha sfiorato la mia spalla ha colpito Bogdan, si trovava a solo un metro da me. Bogdan è caduto al suolo, senza un lamento. Mi sono girato per capire se mi stava seguendo ma lui era fermo sul ponte, non si muoveva. In quel momento io sono caduto e mi sono procurato tre
piccole ferite. Lì abbiamo sentito un altro sparo. Nel mio giubbotto, i medici hanno poi trovato conficcato un terzo colpo, all’altezza della pancia”.
LA NOTA DI MOLINARI – “La direzione e il giornale tutto si stringono attorno alla famiglia di Bogdan Bitik, ucciso oggi (ieri, ndr) a Kherson mentre lavorava a fianco del nostro collega Corrado Zunino, per raccontare sul campo una guerra sempre più feroce. Il sacrifico di Bogdan resta un esempio del miglior giornalismo nelle condizioni più difficili. A Corrado Zunino, rimasto ferito, va l’affetto di tutta la redazione”. Così una nota di Repubblica, quotidiano diretto da Maurizio Molinari.
IL PUNTO SULLA GUERRA – L’Ucraina accusa Mosca di bloccare il corridoio del grano. E’ salito a 23 feriti, incluso un
bambino, il bilancio dell’attacco missilistico russo della notte scorsa sulla città di Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Facebook il Comando Operativo Sud, come riporta Ukrinform. L’esercito di Kiev ha confermato che nell’attacco è rimasta uccisa anche una persona. “La scorsa notte il nemico ha attaccato Mykolaiv con missili di tipo Kalibr dal Mar Nero. Sono stati lanciati quattro missili… Trattandosi di armi di alta precisione che si basano su coordinate, si tratta di un evidente atto terroristico contro i civili”, si legge nel rapporto. Nell’attacco è stata distrutta una casa, un’altra è stata danneggiata e un condominio e un edificio storico hanno riportato gravi danni. “Al momento è stata segnalata una persona uccisa e 23 ferite, tra cui un bambino”, ha aggiunto il Comando.
Intanto arrivano le cifre sulle vittime del conflitto. Le ha diffuse il procuratore generale ucraino, Andriy Kostin: sono oltre 10mila i civili rimasti uccisi finora, 13mila feriti e 98mila infrastrutture sono state danneggiate o distrutte. “Ad oggi sono stati registrati oltre 80mila crimini di guerra commessi dalla Federazione Russa in Ucraina” ha detto Kostin alla commissione Giustizia del Parlamento Ue in un’informativa. Il presidente Zelensky aggiunge altri numeri nel suo consueto video serale: “Dall’inizio dell’invasione russa, un totale di 2.279 prigionieri ucraini sono stati salvati e riportati alle loro case”.
Stefania Losito
(credits: foto in copertina da un frame video del profilo Instagram di Corrado Zunino)