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Vinicio Capossela porta le luci, la polvere e le ombre di “Canzoni della cupa” in diretta su Radionorba.
Il disco, uscito a maggio, è nato dopo un lavoro durato 13 anni, cominciato nel 2003 e che ha visto Vinicio collaborare con diversi artisti dai Los Lobos, ai Calexico a Giovanna Marini, la Banda della Posta e molti altri.
Con indosso l’immancabile cappello e il suo mantello Vinicio ci racconta delle storie raccontate nel suo ultimo disco e del contatto con la sue terra di origine: “La doppia anima appartiene a tutti, noi abbiamo una parte visibile e una in ombra. La poesia, la musica mettono a fuoco queste radiografie e questi ritratti fatti di ombra e luce. Questa terra la conosco bene, eravamo stati qui venti anni fa in studio per presentare “il ballo di san Vito” ed è una terra da cui partono molte canzoni” .
“Canzoni della cupa” è probabilmente il disco che più rappresenta e più rafforza il legame con le origini di Vinicio, visto che molte delle storie che sono presenti nel disco arrivano proprio dalla sua terra di origine: “Beh sì. In tutti i paesi c’è una cupa, una zona d’ombra in cui aleggiano miti e leggende un po’ oscure, racconti e superstizioni che fanno parte della cultura collettiva e ne rappresentano l’inconscio collettivo. Per esempio il pumminale è un modo paesano dell’alta irpinia di chiamare un cane lupo mannaro, una forma di licantropia. E’ una figura venuta al mondo la notte di Natale, per sfregio a Gesù è condannato a uscire nelle notti di luna piena per cercare il suo demone, con l’attacco di licantropia va a sporcarsi cercando refrigerio nelle pozze di acque sporcandosi ed è un po’ quello che facciamo per completare noi, nella vita abbiamo bisogno dell’alto e del basso.”
Dal 27 febbraio Vinicio sarà in tour in tutta Italia con lo spettacolo “Ombra. Canzoni della cupa e altri spaventi” che porterà in Puglia il 6 marzo a Lecce e il 7 marzo a Bari con molta curiosità da parte del pubblico di ascoltare le canzoni in teatro: “Abbiamo chiamato lo spettacolo “ombra” perché sarà un lavoro completamente diverso da “polvere” che è stato lo spettacolo estivo all’aperto di questo disco. In teatro ci sarà anche una rappresentazione visiva in bilico tra luce e bui, con molti punti di buio e una formazione diversa, con strumenti ombrosi come il ritorno del theremin ma anche il quartetto d’archi di Torino“.
L’occasione della visita nei nostri studi è anche il momento per festeggiare i venti anni de “Il ballo di san Vito”, un disco che sa di luce, fiamme e fuoco e che ricorda anche il fuoco della Focara di Novoli (Lecce) dove Vinicio si esibirà in un contesto più folcloristico: “Avevo suonato alla Focara molti anni fa. E’ un grand spettacolo e mi riproponevo di tornarci con “le canzoni della cupa” e lo farò il 16 gennaio. Per partire con i due tour di questo disco ho scelto due notti in cui il fuoco non manca, perché con “Polvere” siamo partiti la notte di san Giovanni che è un’altra notte magica e ora per la notte di Sant’Antonio e l’inizio del carnevale. Nei posti dove sono presenti maschere spaventose della tradizione e si svolte un carnevale arcaico si suona e si fa chiasso per cacciare i personaggi più spaventosi e oscuri e così inizieremo la stagione dell’ombra“.
Angela Tangorra