Ci sono finalmente spiragli per una tregua duratura a Gaza che favorisca un nuovo scambio di prigionieri. Secondo Washington, Israele ha accettato «più o meno» l’intesa per una pausa delle ostilità di sei settimane, e «la palla ora è in mano ad Hamas». Un alto funzionario di Hamas ha detto che una tregua nella Striscia di Gaza è possibile “entro 24-48 ore” se Israele accetta le richieste del movimento islamico palestinese “che includono il ritorno degli sfollati palestinesi nel nord di Gaza e un aumento degli aiuti umanitari”. L’obiettivo resta quello di un’intesa prima dell’inizio del Ramadan, il 10 marzo. Oggi riprendono i colloqui al Cairo, anche se Israele ha fatto sapere di voler prima un elenco degli ostaggi in vita. Effettuato dagli Usa il primo lancio di aiuti sulla Striscia. Il Papa ha lanciato un nuovo appello: “”Fermatevi! Vi incoraggio a continuare i negoziati per un immediato cessate il fuco a Gaza e in tutta la regione”.
Intanto ieri sera ci sono state quattordici vittime in un raid israeliano effettuato vicino Rafah, 4 in uno nella notte a nord di Gaza. Un 13enne ucciso in Cisgiordania.
Continuano anche le tensioni nel Mar Rosso. La nave militare Duilio ha abbattuto ieri un drone lanciato contro il cacciatorpediniere italiano dagli Houthi dello Yemen. «Gli attacchi terroristici» dei ribelli sostenuti dall’Iran sono una grave violazione del diritto internazionale, commenta Crosetto. La nostra Marina «difende la libera navigazione«, sottolinea Tajani. Dopo l’affondamento nel Mar Rosso della nave Rubymar, di proprietà britannica, i combattenti filo-iraniani Houthi dello Yemen hanno promesso che continueranno a prendere di mira e affondare le navi britanniche che transiteranno nel Golfo di Aden.
Mauro Denigris