I Boomdabash, il gruppo salentino campione dei tormentoni estivi, con 20 dischi di platino conquistati in tre anni, hanno deciso di scrivere una canzone che potesse aiutare a interpretare un’ond asolidale in questo particolare momento.
“Don’t worry”, singolo in uscita domani, consente al gruppo di abbandonare il ritmo in levare del reggae. Per la prima volta non ospitano un nome di peso, da Loredana Bertè ad Alessandra Amoroso, ma un coro di bambini, i Musici cantori di Milano. Del progetto ne ha parlato il cantante, Biggie Bash, in una intervista a Repubblica.
«Stavolta avevamo tante cose da dire che vogliamo essere noi a dirle. Il pezzo è nato parlandone in viaggio mentre ci spostavamo con il nostro furgone per un concerto. Era lo scorso gennaio, quindi ancora non era scoppiata la pandemia, ma evidentemente era un’esigenza che quanto poi è successo ha reso ancora più impellente. Da sempre siamo impegnati nel sociale, parlavamo dell’Ilva di Taranto e cercavamo un modo per dare speranza. Perché finora abbiamo parlato, abbiamo fatto informazione, ora dobbiamo dare, dobbiamo scrivere un pezzo per suscitare emozioni più forti, alzare il livello, un pezzo che trasmetta speranza. La scelta dei bambini del coro di Milano è stata conseguente perché i bambini sono un’incubatrice naturale di speranza, difficilmente conoscono le ansie e le paure degli adulti. Proprio in periodi come questo ci insegnano che dobbiamo vedere il lato bello delle cose».
Il brano sembra rappresnetare bene il momento che viviamo con il Covid: «È un inno alla speranza più ampio. Si rivolge certo a chi soffre in questa situazione, dagli imprenditori agli operai, ma anche alle persone che restano vittime del ricatto del lavoro in condizioni di insicurezza come all’Ilva, a cominciare dai bambini e dalle loro famiglie del quartiere Tamburi di Taranto. Ora uscirà in forma digitale ma non escludo che a questo pezzo verrà presto legata l’iniziativa benefica che doveva già esserci ma è stata rinviata a causa di quanto avvenuto con il Covid. Avevamo pensato a una donazione per il reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto, vedremo ora come fare».
Salute e lavoro si intrecciano anche con il lockdown. Continua il cantante: «Esattamente, il ricatto suscitato dal Covid non è diverso dal ricatto occupazionale che vivono gli operai dell’Ilva di Taranto. Io stesso ho paura a uscire di casa ma possiedo un cocktail bar a Mesagne attualmente chiuso che vorrei tenere aperto per guadagnare e non lasciare a casa le sette persone che lavorano per me. Ma ci atteniamo alle regole».
Il testo è scritto in gruppo «da un team d’autori molto numeroso, e il testo, oltre che da me, da Tommaso Paradiso e Rocco Hunt. Abbiamo lavorato a distanza, scambiandoci i file».
In programma anche la pubblicazione di una raccolta di successi che i Boomdabash pubblicheranno a dicembre: «celebriamo un viaggio durato 15 anni. Ci saranno anche degli inediti e in uno raccontiamo la nostra storia personale: l’abbiamo voluto fare perché oggi in Italia chi si propone come artista tende a mettere in mostra le sue difficoltà, l’infanzia difficile o storie travagliate magari di carcere o droga ponendole come elementi da ammirare. Noi non lo abbiamo mai fatto perché bisogna fare attenzione, si parla anche a dei ragazzi, stavolta però raccontiamo proprio tutto di noi».
Angela Tangorra