La Asl di Brindisi ha segnalato alla Procura della Repubblica alcuni certificati rilasciati dai medici di base agli operatori sanitari per giustificare la mancata vaccinazione di questi ultimi. A svelarlo è il direttore generale dell’azienda sanitaria brindisina, Giuseppe Pasqualone. Le esenzioni dal vaccino possono essere, infatti, disposte solo dai medici vaccinatori.
“Siamo chiamati a gestire casi di sanitari che non si sono vaccinati – afferma Pasqualone – e che hanno presentato certificati medici pur di evitare il vaccino, ma i giudici hanno dato loro torto. Questi comportamenti anomali e talvolta maldestri li abbiamo segnalati all’Ordine dei medici e all’autorità giudiziaria”.
Pasqualone ha aggiunto che le certificazioni presentate sono state sono state sconfessate dagli specialisti, i quali hanno detto esattamente il contrario di quanto attestato dai medici di medicina generale. In alcuni casi sono state certificate patologie, come quelle allergiche, per le quali il vaccino è addirittura raccomandato.
Il Dipartimento Salute della Regione Puglia ha chiesto ai direttori di tutte le Asl e degli ospedali pugliesi di comunicare, entro le 12 di domani 20 settembre, il numero delle esenzioni dal vaccino concesse dai medici vaccinatori. La Asl di Brindisi, unica in Puglia ad avere finora adottato provvedimenti di sospensione dal lavoro nei confronti di propri dipendenti non vaccinati, con lettere di diffida, ha esortato gli operatori sanitari ad immunizzarsi.
Questi operatori dovranno vaccinarsi dal 22 al 27 settembre. Se ciò non dovesse avvenire i loro nominativi saranno segnalati agli Ordini professionali di appartenenza che provvederanno alla sospensione. Sono 147 i sanitari non vaccinati ai quali l’Asl brindisina aveva chiesto di giustificare la mancata immunizzazione. Le lettere di diffida hanno riguardato tutti coloro i quali non hanno fornito valide giustificazioni.
“Ci sono i furbi – ha affermato Pasqualone – che non hanno scritto che il loro assistito non si può vaccinare, ma hanno rilasciato un certificato medico di malattia che, in alcuni casi, viene reiterato per poter prolungare l’astensione dal lavoro”.
Michela Lopez