E’ stata approvata, in una seduta di un’ora e quaranta, la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera al documento. Nello scenario programmatico la crescita del Prodotto interno lordo sarà del 2,8% nel 2023 e 1,9% nel 2024 e il deficit tornerà sotto il 10%, meglio anche rispetto alle previsioni di primavera. Dal Consiglio dei ministri fanno sapere che “il più alto livello di Pil e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto non salga quest’anno, come previsto nel Def, ma scenda al 153,5%, dal 155,6% nel 2020”. Una discesa che si prevede proseguirà al 149,4% il prossimo anno, al 147,6% nel 2023 e al 146,1% nel 2024, con il pieno ritorno ai livelli occupazionali pre-covid. Il Pil tornerà ai tempi pre-pandemia entro il 2022, assicurano dal tavolo dei ministri. Il deficit programmatico è fissato al 5,6% del Pil e il tendenziale al 4,4%. La differenza si traduce in risorse comprese tra i 21 e i 22 miliardi.
Con la prossima Legge di Bilancio 2022-2024 sarà rafforzato il sistema sanitario nazionale con l’obiettivo di incoraggiare la prevenzione e migliorare l’accesso alle cure. Saranno stanziate risorse per i rinnovi dei contratti pubblici e per il rifinanziamento delle missioni di pace, taluni fondi di investimento e il rinnovo di alcune politiche in scadenza. A partire dal 2022, poi, il Governo si è impegnato a presentare, con cadenza annuale, la legge per la concorrenza. Quella per l’anno 2021, verrà presentata al Parlamento entro fine anno e approvata definitivamente il prossimo anno. Ancora, nella Legge di Bilancio, ci sarà l’aumento dell’offerta degli asili nido, il potenziamento dei servizi sociali con un assistente ogni 6.500 abitanti e di trasporto per gli studenti disabili. L’obiettivo è quello di assicurare che almeno il 33% della popolazione di bambini da tre a 36 mesi possa usufruire nel 2026 del servizio su base locale.
Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime.
Nella Nadef, risultano una ventina i disegni di legge collegati alla manovra, tra cui la delega per la riforma fiscale (ma non il salario minimo, con l’ipotesi di un collegato ad hoc). “E alla fine, nel Nadef non c’è il salario minimo- è il commento del segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni – e pensare invece che la Spagna di Sanchez oggi
addirittura lo aumenta. Nel 2018 era 735 euro, ora arriva a 965 e l’obiettivo è +60% a fine legislatura. E la scelta odierna del governo italiano conferma che in questo Paese a malapena si riesce a discuterne, ma sempre fuori sincrono rispetto all’Europa quando si tratta di salari e diritti”. “E’ così che siamo diventati uno dei Paesi con gli stipendi
più bassi. E la politica, a partire dal governo dei migliori – conclude – continua a discutere del nulla”.
Tra i vari provvedimenti figura anche la legge quadro per le disabilità, il ddl di revisione del Testo Unico dell’ordinamento degli enti locali, la delega per la riforma della giustizia tributaria, il ddl di riordino del settore dei giochi, la revisione organica degli incentivi alle imprese e potenziamento, razionalizzazione, semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno. E il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma anche la delega in materia di spettacolo e il ddl con le misure di attuazione del Patto per la salute 2019-2021 e per il potenziamento dell’assistenza territoriale.
E, a proposito di salute e Covid, premesso il rallentamento dell’epidemia (con meno di 40 contagi ogni centomila abitanti), il governo rispetterà l’obiettivo di vaccinare l’80% della popolazione sopra ai 12 anni con doppia dose nei prossimi giorni. Al momento, l’83% degli italiani over 12 ha già ricevuto almeno una dose e a più del 6% è già stata somministrata la terza di richiamo.
Il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli commenta su facebook le decisioni prese nel provvedimento. “Molto positivo il prolungamento di misure adottate al MiSE nel corso del 2020 come il Superbonus 110%, Transizione 4.0 e il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI – scrive sui social il ministro – sono state tre riforme targate Movimento 5 Stelle che sono state accolte con entusiasmo dal mondo dell’impresa e che segnano una base su cui puntare per stabilizzare la crescita del Paese”.
Il Consiglio dei ministri ha dato anche il via libera al decreto legge con norme di giustizia e di proroga di un mese dei termini in scadenza per i referendum, l’assegno unico e l’Irap. La Lega non ha partecipato al voto sulla norma che riguarda i referendum, esprimendo dissenso sulla scelta di prorogare i termini per la presentazione delle firme.
Stefania Losito