Parte la mediazione del premier Draghi con i sindacati sulla manovra di bilancio, dopo la rottura sulle pensioni con i sindacati. La proposta del presidente del Consiglio è Quota 102, cioè la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi, ma soltanto nel 2022, con in più un fondo per aiutare i lavoratori più svantaggiati. La norma sarà inserita nella legge e apre alla possibilità che il prossimo anno si discuta di nuovo di flessibilità in uscita e, probabilmente, si rivedrà la legge Fornero, prima di varare una riforma vera e propria. Prende tempo, in buona sostanza, Draghi, e tiene aperto un canale di confronto e disponibilità al dialogo con le sigle sindacali. Oggi la legge di bilancio è sul tavolo del Consiglio dei ministri, insieme al decreto Recovery per semplificare e accelerare il Pnrr e sbloccare altri 8 target previsti entro il 2021, alla legge sulla concorrenza, che interviene sui servizi pubblici locali ma potrebbe anche rivedere le concessioni balneari e per gli ambulanti (se ne discuterà ancora, è tutto aperto). Draghi pensa ai giovani e alle trasformazioni del mondo del lavoro, mentre sul fronte pensioni pensa che si debba tornare gradualmente a un sistema interamente contributivo, come quello indicato dalla legge Fornero.
Sulle pensioni interviene anche il leader M5s Beppe Grillo, propone il modello Tridico di anticipo a 63 anni dell’uscita con la sola quota contributiva, chiede come il Pd di sostenere i giovani e invoca la gratuità del riscatto della laurea (misura troppo costosa). Dovrà però rinunciare al Reddito di cittadinanza, perché c’è un inasprimento dei controlli preventivi e un meccanismo di decalage – riduzione progressiva dell’assegno – dopo i primi due lavori rifiutati. La soluzione piace a Iv e Fi, che spingono per cambiare il reddito, mentre il M5s si vede stoppare anche la misura del cashback. Di positivo per i Grillini c’è l’allargamento del Superbonus anche alle villette nel 2022 ma con stringenti vincoli di reddito. Passa anche la proroga del bonus facciate invocata da Dario Franceschini, sia pure con riduzione della percentuale dal 90% al 60%.
Per il nodo delle tasse e degli otto miliardi a disposizione si dovrà attendere l’iter parlamentare, nel prossimo mese. I sindacati chiedono di destinarli tutti al taglio del cuneo lato lavoratori, posizione che vede concordi Pd e Leu. Il M5s chiede di agire sui redditi medi. Mentre Fi, Lega e Iv vogliono che si agisca anche lato imprese, a partire da un taglio dell’Irap. Se ne parlera’ nel prossimo mese.
Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto con le misure urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la delega sulla disabilità, tra gli obiettivi del governo per fine anno. Aiuterà il turismo, il digitale e l’istruzione e le spese saranno monitorate. Svolta normativa per le persone con disabilità.
Stefania Losito